Il mio problema è sempre stato la veridicità di un esperienza come la regressione ad ipotetiche vite precedenti, e l’ho risolto focalizzando la mia attenzione su un’altra esperienza che si manifesta anche nelle menti più semplici, l’esperienza della complessità del DNA dell’uomo, e tutto ciò che porta in memoria dentro le sue spirali..
Il cervello umano è estremamente complesso ma nella maggior parte delle esperienze si misura con un intelligenza di tipo concreto, quella che accompagna le esperienze di un bambino nei primi 10/12 anni circa della sua vita per intenderci, non essendo implicato in relazioni complesse, e dovendo unicamente rispondere delle operazioni rutinarie legate all’esistenza. Ma nel nostro genoma, il DNA, ci sono risorse inaspettate ed inutilizzate, il genoma umano è per buona parte mascherato, solo una piccola porzione viene utilizzata per vivere, buona parte del suo potenziale è latente, nascosto.
La vita culturale nella quale siamo impegnati ci porta inevitabilmente a complessificarci, a dare risposte di adattamento sempre più complesse e, dunque, a cercare le risorse latenti.
Sicuramente alcune parti del DNA, sotto la ricerca della nostra mente intelligente, curiosa e pronta ad aiutarci, si slatentizzano.
Per chi conosce la teoria del sociologo Luhmann, ogni struttura semplice, individuo o società che sia, se posta vicino ad una struttura complessa tende a complessificarsi a sua volta. La nostra nostra vita intera è un continuo cercare e ricercare risorse per poter affrontare al meglio le esigenze della vita sempre più complessa.
Siamo figli delle stelle …. diceva una famosa canzone, più complessi di così, le nostre “nobili” origini reclamano voce, così non ci basta più, di saper che veniamo dalla terra, vogliamo di più, vogliamo una storia che possa spiegare, oltre che giustificare, le nostre “nobili” origini.
Credo in un nostro diritto, al di la di qualunque spiegazione, quello di pensare d’essere d’origini lontane, e fin qui il nostro DNA non può esser smentito, possediamo parti della struttura, all’interno del DNA stesso, che derivano da uomini e donne nati anche 10.000 anni prima di noi, e tendiamo a tradurre questo fatto innegabile ricercando il “parente nobile” del caso, come disse un famoso giornalista, il nostro destino, e lo facciamo richiamando in noi l’idea di storia. Ma oltre ad essere un diritto quello di pensare ad una storia di vita che ci ha preceduti, è una necessità, dal momento che nella memoria del nostro DNA ci stanno tantissime informazioni, è una necessità per la nostra mente utilizzarle.
C’ un aneddoto raccontato da Gregory Bateson nel suo libro Mente e Natura, Adhelfi 1979, che aiuta ad entrare nell’ordine di idee della complessità:
“Un uomo voleva sapere cos’è la mente, ma non nella natura, quanto nel suo personale, grosso computer. Così gli chiese (nel suo miglior linguaggio di programmazione, naturalmente): “Tu calcoli che sarai mai come un essere umano?”. La macchina si mise subito al lavoro, analizzando la propria struttura intrinseca. Alla fine, come è costume di queste macchine, stampò la risposta su una striscia di carta. L’uomo si precipitò a prenderla e trovò, nero su bianco, le parole: QUESTO MI RICORDA UNA STORIA.”
Noi viviamo, pensiamo, capiamo, impariamo attraverso storie, abbiamo costante bisogno di andar oltre al caso, per spiegarci la nostra personale esperienza di vita, e tutto questo ci fa star bene, ci fa realizzare, ci fa sentire vivi, è fondamentale per l’esistenza stessa.
Ma non solo tutto ciò che portiamo nelle spirali del nostro DNA prima o poi si slatentizza manifestandosi, come un residuo viene trattenuto da un ghiacciaio per migliaia di anni per poi restituircelo integro, così tutto ciò che portiamo con noi nel nostro DNA prima o poi riemerge, come risorsa, qualità inaspettate, magari nel momento del bisogno, magari solo in una semplice esperienza in cui ci troviamo protagonisti di una regressione ad un ipotetica, o forse ad una reale vita precedente, e cominciamo a raccontare la nostra storia figlia di una lontana e complessa esperienza impressa da sempre nel nostro DNA.