Le vie dell’ipnosi.
Nel rispondere ad una persona entusiasta dell’ipnosi che domandava
come poter accedere alla nostra scuola di Ipnosi, mi è tornato in
mente il mio entusiasmo e la mia passione nello studiare il
comportamento umano, la strada dell’ipnosi è probabilmente la strada
del futuro per chi si interessa di relazioni d’aiuto. Si parte con la
curiosità poi si approfondiscono i temi fino a farsi un idea
direttamente sul campo di ciò che può servire ad una persona, non
condivido appieno il bisogno di teorizzare un intervento terapeutico
in ipnosi regressiva come fanno certi miei colleghi come Angelo Bona,
e il famoso Brian Weiss, giustamente hanno incuriosito e strappato il
plauso, divulgando la pratica dell’ipnosi regressiva, ma la terapia
ipnotica viaggia molto spesso nella complessità della mente umana ed
ha bisogno di essere espletata nel rispetto di tale complessità e non
banalizzando con ipotesi interpretative, se non che arrivino
direttamente dal soggetto interessato che facendosi una sua personale
visione dei fatti riesce a darsi una ragione del suo vissuto e questo
gli serve a trovare una nuova strada. In terapia non è vero ciò che
è vero, ma ciò che viene creduto tale, le credenze, le convinzioni,
son loro a “vincere” sulle ipotesi e le teorie, anche quelle
scientifiche, così aiutare una persona non vuol dire persuaderla o
convincerla di qualcosa, come era dedita fare la teoria
psicoanallitica, creando una dipendenza cronica dal terapeuta, vuol
dire piuttosto approfondire e conoscere il suo mondo per restituirielo
riequilibrato, arricchito ed in parte cambiato, nel rispetto della
complessità della vita e del suo personale sistema di riferimento.
Come dice molto bene Zeig, studioso della terapia ipnotico
Ericsoniana, ed autore dell’idea che la terapia è un arte più che una
teoria, e le tecniche sono per lo più una carta da regalo, molto
utile, con cui presentare la nostra competenza, e coinvolgere
emotivente le persone. Ogni processo terapeutico ha bisogno di un
intenzione che orienta il processo stesso. Ogni terapeuta ha bisogno
di tre forse quattro fedi personali:
La prima fede è credere che se avessimo il problema che la persona ci
porta potremmo risolverlo.
La fede numero due è credere che la persona ha una risorsa nella sua
vita che può essere tirata fuori ed utilizzata, credendo alle risorse
della persona e non ai suoi limiti.
Fede numero tre utilizzare tutto ciò che il soggetto mi porta.
La quarta fede è la fede che posso inventarmi sul momento, si possono
avere tanti modelli operativi ma un buon terapeuta, inteso come
persona che si interessa di relazioni d’aiuto, deve sapersi inventare.
L’ipnosi è e ci chiede d’essere tutto questo.
La mia personale idea è che ogni seduta terapeutica sia come un
momento a se dove si vivono in modo diretto esperienza ed emozioni, ed
è questo alternarsi in momenti esperienziali di momenti emotivi e
cognitivi che apre la strada al cambiamento in termini di riequilibrio
come di ristrutturazione.
La terapia episodico esperienziale è a tutti gli effetti l’idea che
rende meglio l’intervento con l’ipnosi.
Dr. Marco Chisotti
Psicologo Psicoterapeuta
Ipnosi Terapeuta
Cell. 3356875991
https://www.chisotti.com
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