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Dio e l’Io.

Dio e l’Io.

Marco Chisotti

Credere é costruirsi delle convenzioni, idee, pensieri che possano essere esportabili, che posso dunque comunicare agli altri, condivisibili, credere e dare spazio alla comunicazione, alla descrizione, alla forma di quello che sento, penso e vivo.

Quello che noi però viviamo è uno stato mentale un equilibrio tra sensazioni fisiche, pensieri, idee, ed emozioni. Si potrebbe dire che i stati mentali sono stati emotivi, Uno stato emotivo è uno stato di equilibrio tra il mondo fisico del corpo, ed il mondo astratto della mente considerata nella parte del nostro cervello.

Ogni momento della nostra vita e vissuto in uno stato mentale o stato emotivo, emozione e tutto ciò che collega ad un sentimento le nostre esperienze.

Il sentimento è qualcosa, che come dice la parola, noi sentiamo e viviamo sia nel mondo fisico che nel mondo astratto delle nostre idee.

Ogni Stato emotivo o stato di concentrazione o stato mentale comunemente inteso, impiega nostro cervello in una modalità particolare, alcune aree che si attivano altre si scommettono, probabilmente alcuni spazi mentali, considerando mente il nostro cervello in questo caso, si concentrano ad un uso particolare, le stesse aree del cervello possono essere usate per altri scopi e momenti differenti.

Credo che presto si arriverà a scoprire quanto siamo in grado di usare il nostro cervello a “piacere” solo così riusciremo a capire come mai abbiamo più coscienze, comportamenti molto differenti, come se avessimo identità diverse ogni volta che sperimentiamo esperienze differenti.

La fede è il credo e dunque esperienza che le religioni intendono quando vanno a declinare il concetto di Dio, non è altro che lo stato mentale emotivo, particolare dopo usiamo lo so cervello e non certo modo, dove entriamo in uno stato di trance come risposta è bisogno.

Sinceramente non mi stupisco di quanto riusciamo a creare con la nostra mente, intendo per mente un insieme di esperienze Psico Bío Emotive non una semplice realtà cognitiva come comunemente si intendono le esperienze del pensiero.

La macchina “cervello” e la parte dell’uomo ancora più sconosciuta, la parte più complessa che abbiamo da di svelare rispetto all’universo intero che conosciamo.

Non sono dunque stupito che questa nostra dote possa sviluppare così tante spiegazioni del proprio esistere.

L’idea e la rappresentazione di Dio in tutte le sue forme è la più chiara ed evidente esperienza di questa straordinaria complessità.

Per la semplice ragione che l’esperienza del divino e ti presente in uno stato mentale, ogni persona può provare l’esperienza divina cogliendola dentro di sé in esperienze le più diverse, dallo stadio di calcio quando corri di persone inneggiano la propria squadra, credo di persone che pregano assieme, canti balli e rappresentazioni Psico Bío Emotive le più diverse nelle quali i nostri stati mentali si concretizzano.

Dio é energia, ne sono convinto, solo che questa energia non deriva dall’universo ma semplicemente da ogni singolo uomo.

E l’energia del nostro pensiero, del pensare, ed energia del nostro muoverci guardare ascoltare sentire, ed energia delle nostre emozioni legale, significare.

Le preghiere evocano questo principio attivando e noi lo stato mentale che produce quell’energia che ci da benessere producendo ormoni e sostanze come i neurotrasmettitori che ti fanno star bene, ci danno senso di pace, benessere, armonia, serenità.

Dio è una sensazione, è un’emozione, è un’idea, esperienza unica amplificata dalla possibilità di sviluppare un dialogo interno tra i nostri due emisferi cerebrali, una sorta di preghiera continua che possiamo dedicare a un Dio che non ha bisogno di una fisicità, che può stare in ogni luogo, in ogni tempo, che ne sentiamo la presenza, sentiamo il legame con lui, lo descriviamo dandogli una forma che può cambiare nel tempo e nello spazio.

Dio è dunque un processo, un insieme di esperienze che rilasciano pensieri, sensazioni, emozioni; ogni momento è un momento che condividiamo in noi stessi attraverso lo stato mentale con lui, attraverso la preghiera, una condivisione comunitaria assieme alle altre persone che assieme a noi credono in Lui.

Si prega col corpo con i movimenti, con i gesti col ballo, si prega col canto, con le parole la musica, ogni esperienza con Dio riguarda un’esperienza del nostro cervello, nella sua struttura, delle sue componenti, ogni esperienza di preghiera porta una forma di consapevolezza o coscienza, la coscienza di noi stessi, delle persone diverse da noi, la coscienza del bene, del male, la coscienza del bello del brutto, ogni nostra esperienza non è altro che una consapevolezza legata ad una forma con cui descriviamo il momento che viviamo, ed un processo in cui viviamo sentiamo e percepiamo emozioni.

La fede è un credere nel tempo, e la memoria che ci concede una conoscenza che persiste nella nostra esperienza, e la parte emotiva di noi che fissa le esperienze portandole a memoria, tutto ciò che non è fissato dalla memoria è un’emozione transitoria, Come a prima se ne va, solo ciò che è fissato nella memoria attraverso le emozioni, ripetuto nel tempo, diviene parte di quello stato mentale consolidato in noi e che fa parte della nostra coscienza.

La terapia rivolta a risolvere i problemi esistenziali, non è altro che una religione che induce una preghiera che la forza dentro di noi una fede in ciò che noi consideriamo la nostra vita, il nostro mondo. Come qualunque religione la terapia sotto le sue diverse forme rafforza un legame con noi stessi, una maggiore fiducia in noi stessi, una maggiore considerazione delle risorse che portiamo con noi, la terapia e legacci a un io che consideriamo incrocio nel nostro profondo, un io che stai noi.

I rituali sono rappresentazioni ripetibili di esperienze reali modificate all’occasione per fissare principi che chiamiamo semplicemente convinzioni. Tutta la vita é guidata da convinzioni che si sono fissate noi attraverso esperienze, conoscenze, emozioni.

Le neuroscienze hanno dimostrato che la meditazione o la preghiera prolungate, attivano le aree frontali del nostro cervello, i credenti abituati a pregare e a meditare su Dio attivano parecchio queste aree, mentre la stessa cosa non succede nelle persone atee, E dunque il credere ed aver fede che porta un’attività cognitiva a livello delle aree frontali del cervello. In mancanza di fede e quindi di credo, la persona non riesce ad attivare nella stessa maniera le aree frontali.

Durante l’ipnosi le uniche aree della nostra neocorteccia interessate all’attività cerebrale sono proprio le aree frontali, dunque lo stato mentale di trance, o stato ipnotico, attiva il cervello nella stessa maniera in cui si attiva durante la preghiera e la meditazione.

La cosa interessante di questa esperienza nell’andare a vedere l’attività del cervello durante la preghiera e la meditazione, è che quando si ha un discorso di fede, una concentrazione continua da parte del nostro cervello su una esperienza particolare ed astratta, tutto il cervello si attiva in modo particolare, è grande dunque la risposta interna verso un dio che noi consideriamo esterno a noi.

Mi viene da pensare che Dio è un’alchimia che si genera nel nostro corpo, a partire dall’attività del cervello, che si fissa con le esperienze e le percezioni nella nostra memoria sottoforma di emozioni, un’esperienza interiore che si presenta ogni volta che parliamo con noi stessi nell’idea di incrociarci con altro da noi.