Mi accorgo che i miei pensieri son la mia dimora, non lo sono la mia casa o i miei luoghi o le persone, lo sono i miei pensieri.
Credo che ognuno viva una sua personale realtà a riguardo, io ho molto tipi di pensiero, essendo il mio un mestiere di pensieri, vendo idee in fin dei conti, ho molti tipi di pensieri, beh ogni mestiere ha in serbo differenti cataloghi a presentazione del contesto in cui si opera.
Il mio catalogo di idee è pressoché infinito perchè parte dall’analisi della domanda, per cui mi chiedo cosa vuole da me questa persona, cosa mi sta dicendo, e da li proseguo con la mia esperienza, poco alla volta mi faccio un idea dell’altro, delle sue domande, dei suoi perchè, le sue spiegazioni, dei suoi limiti, delle sue necessità, delle sue possibilità.
Di solito lavoro con le idee degli altri ristrutturandole, ampliandole, modificandole, cambiandole, mi muovo per restituire equilibrio, coraggio, forza, determinazione, motivazione, curiosità, leggerezza, accettazione, fiducia, sicurezza, interesse per gli altri, interesse alla vita, interesse all’amore, interesse per se stessi.
Quando tocca a me ho un gran menù e mi accorgo che finisco spesso col farmi un uovo al paletto, chissà perché alla fine si fa meglio il lavoro agli altri che a se stessi.
“Secondo me” è la frase con cui ho imparato ad iniziare tutto ciò che dico, son consapevole che son tutte storie, tutte quante son storie quelle che ci raccontiamo, son le storie che ascoltiamo volentieri, le storie che riempiono gli spazi che frequentiamo, gli spazi che abitiamo, son le nostre storie.
Secondo me viviamo solo in un mondo di idee, tutto diviene quindi relativo, ci ho pensato molto ed alla fine ho compreso che è così c’è la suoniamo, c’è la cantiamo e c’è la balliamo tutta da soli, e questo mi accorgo vale per tutti, amici, nemici, persone intelligenti, persone meno intelligenti, tutti son nel loro modo di idee, un mondo che si affaccia al mondo dei sensi ma nulla più, una puntatina non di più, giusto per poterci dire ci son stato, lo conosco, l’ho visto, ci ho parlato, nulla di più.
Del resto non per nulla. Possiamo esser certi solo del nostro vivere, nel mondo delle idee, prima di questo mondo di idee, dove c’è anche l’idea che abbiamo di noi stessi, prima del nostro nascere non c’è nulla di certo, dopo il nostro vivere nel mondo di idee non c’è nulla di certo, dunque rimane solo il mondo di idee, ed il mondo delle idee, le storie che ci raccontiamo, lascia lo spazio solamente al mondo del “secondo me”.
Chiunque mi venga a dire qualcosa di diverso dal mondo del “secondo me”, architettandomi una verità “super partes”, sopra le parti, io mi chiudo a riccio o mi metto ad ascoltare, immaginare, pensare, scoprendo la relatività di quel mondo, considerando sempre ogni verità come l’invenzione di un bugiardo, magari un interessante invenzione, variopinta invenzione ddi un mondo possibile, ma pur sempre un mondo di idee, l’invenzione di qualcuno.
Chi mi conosce dirà e riecco lo col suo costruttivismo, si proprio così ci son caduto dentro da piccolo alla pozione del costruttivismo ed ora come Obelix non riesco più ad esser fuori dalla storia che mi racconto, ma ahimè secondo me nessuno è in grado di uscire dalla propria storia, i suoi occhi, le sue ore che, la sua pelle, tutti i suoi sensi gliela ricordano costantemente tenendolo dolcemente intrappolato secondo lui, secondo lei.
Secondo me è tutta una questione di storie e di idee, dunque di storie di idee, il resto arriva di conseguenza, penso dunque sono, quindi penso, sento, mi muovo, quindi sono, sono perché sento, quindi reagisco, mi muovo, intuisco e penso, potrei dire che ragiono, mi arrivano delle risposte, intuisco, sento mi muovo, penso, sono in un mondo di idee tra una forma, il pensarmi razionale e l’intuirmi emotivo, tra il muovermi ed il sentirmi.
Beh ora mi sembra di sbarellare, torno al mio pensiero introduttivo, secondo me viviamo in una storia, quella che ci raccontiamo o che qualcuno ha raccontato per noi, da questa storia possiamo uscire solo se entriamo in un altra storia, non possiamo rimanere fuori da una storia, ogni identità ha una memoria, dei perchè e dunque un ße so, ogni identità ha una storia, almeno quella che si racconta per sostenersi, fuori dalla nostra storia non c’è nulla, al massimo c’è un altra storia che possiamo incontrare, adottare e sperimentare, ma mano a mano che si cambia storia cambia tutto, quello che vediamo, quello che ascoltiamo, quello che percepiamo, questo perchè i nostri sensi non percepiscono un mondo per come è ma lo percepiscono per come c’è lo raccontiamo.
Ecco il mondo presto detto e presto fatto …. secondo me.