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L’ipnosi: un passo avanti rispetto ad ogni altra …

L’ipnosi: un passo avanti rispetto ad ogni altra pratica nelle relazioni d’aiuto.

“E voglio che tu scelga un momento nel passato in cui eri una bambina piccola piccola. E la mia voce ti accompagnerà. E la mia voce si muterà in quelle dei tuoi genitori, dei tuoi vicini, dei tuoi amici, dei tuoi compagni di scuola e di giochi, dei tuoi maestri.
E voglio che ti ritrovi seduta in classe, bambina piccolina che si sente felice di qualcosa, qualcosa avvenuto tanto tempo fa, qualcosa tanto tempo fa dimenticato.”
Milton Erickson, 1959

“Mia madre la ricordo come una persona che cercava sempre di riparare le cose che si erano rotte” – “Penso che questa sia una delle ragioni per cui ho successo con persone con cui nessuno ha voluto avere più a che fare. Ho visto in loro il potenziale. Me lo insegnò lei.”
Virginia Satir, 1965

“Il bello e il brutto, il letterale e il metaforico, il sano e il folle, il comico e il serio… perfino l’amore e l’odio, sono tutti temi che oggi la scienza evita. Ma tra pochi anni, quando la spaccatura fra i problemi della mente e i problemi della natura cesserà di essere un fattore determinante di ciò su cui è impossibile riflettere, essi diventeranno accessibili al pensiero formale.”
Gregory Bateson, 1978

“Il sè nasce linguisticamente nella ricorsività linguistica che costruisce l’osservatore come entità spiegandone il funzionamento entro un dominio di distinzioni consensuali. L’autocoscienza nasce linguistamente nella ricorsività linguistica che costruisce la distinzione del sè come entità quando spiega il funzionamento dell’osservatore che, in un dominio consensuale di distinzioni, distingue il se da altre entità. Dunque la realtà sorge insieme con l’autocoscienza linguisticamente come spiegazione della distinzione tra sè e non-sè nella prassi dell’osservatore. Il sè, l’autocoscienza e la realtà esistono nel linguaggio come spiegazione dell’esperienza immediata dell’osservatore.”
Humberto Maturana 1993

“Conseguenze delle operazioni del sistema sono le operazioni del sistema.”
Francisco Varela 1970

“Io devo, a ogni istante, chiedermi: ho controllato abbastanza le mie proiezioni? Ho verificato abbastanza le mie pulsioni? Mi sto inebriando e intossicando con le mie stesse fermentazioni teoriche, oppure sono troppo timoroso, troppo prudente, a proposito del soggetto, appunto? Perché è su questo capitolo del soggetto che mi sento più audace e più intimidito, perché è qui che provo l’esaltazione della scoperta e l’insicurezza del no man’s land, il desiderio dell’elogio e il timore del biasimo.”
Edgar Morin, 1980

E come Fritz dice dell’esperienza della vita “L’unica via è passarci attraverso”.
Fritz Pearl. 1954

Essere in anticipo sui tempi! Mi son sempre trovato a guardare il futuro, ad andare avanti, anche trascurando il presente, non completando quello che volevo raggiungere ed andando oltre i limiti di quello che conoscevo. Al tempo della mia tesi di laurea mi interessavo già di ipnosi, studiavo la PNL, astro nascente nell’America degli anni 70, primo valido tentativo di lasciare il mondo contemplativo ed interpretativo della psicoanalisi, per affrontare la terapia in modo operativo, che solo la pragmatica americana poteva immaginare. Al tempo io, studente “fresco” di psicologia, da poco migrato dalla facoltà di medicina, frequentavo una scuola di specializzazione in terapia della famiglia, è li che ho conosciuto Ennio Martignago, anch’esso studente di psicologia ed insieme abbiamo frequentato un corso di PNL, in particolare ci siamo interessati della fonte di ispirazione del lavoro di Bandler e Grinder, i due fondatori della PNL, il fenomeno Milton Erickson, padre dell’ipnosi moderna, Virginia Satir magica terapeuta della famiglia, Fritz Pearl fondatore della terapia della Gestalt.
In ogni esperienza vissuta si può cambiare qualcosa, il modo di vederla, pensarla o raccontarla cambierà la storia stessa dell’esperienza, il modo di affrontarla, crederla e viverla, il modo di rifuggirla, negarla ed allontanarla, ogni approccio con la vita è un esperienza vissuta in modo straordinariamente diverso dalle persone.
Con Ennio ho approfondito gli studi sugli stati di coscienza e la coscienza che possediamo di noi stessi, in lunghe ed infinite passeggiate nel parco di una antica biblioteca Torinese ci siamo confrontati in cammini differenti, momenti separati, momenti uniti nel pensiero.
In particolare la mia tesi di laurea, su cui lavoravo al tempo, era un approfondimento della teoria sostanziale che doveva stare alla base di studi così innovativi ed approfonditi della mente umana, incontrai, nel mondo letterario naturalmente, il padre dell’ecologia, Gregory Bateson e ne fui illuminato, l’idea della mente unica e della struttura che la connette l’ho riportata nella mia tesi appunto il cui titolo è “Sviluppi epistemologici della seconda cibernetica.”
A quel tempo lavoravo con Fabio Rondot un collega psicologo, anche lui al tempo vicino alla PNL, un grande creativo, anche con lui un piacevole confronto di anni d’amicizia e studi, un altra biblioteca, tanti pensieri, un lungo lavoro che ancora oggi pratico sugli algoritmi cognitivi, le parole chiave che al tempo avevo appreso da lui. Curioso devo dire, tante biblioteche ma pochi libri, almeno pochi rispetto ai miei amici colleghi, ho letto 101 libri per fare la mia tesi, giusto per arrotondare una cifra che ricordo come la carica dei 101, poi basta, ancora oggi leggo libri ma qua e la, il leggere un libro per me è stato sempre leggerli dall’inizio alla fine, senza saltare nulla, spesso posso dire d’aver riletto libri come la maggior parte di quelli di Morin, perché il suo è veramente un pensiero complesso
Maturava e Varela, in particolare, in particolare li ho letti e riletti perché sono impegnativi, e son stati particolarmente innovativi, in particolare l’albero della conoscenza e un dominio cognitivo del sapere. In particolare a Varela devo le mie idee della coscienza, credo sia tra le persone più innovative ed anticipatrici che abbia potuto conoscere nei miei studi.
Assieme a Ennio, che me lo ha fatto conoscere, ho approfondito il pensiero di Edgar Morin e mi sono avvicinato alla complessità, la stessa materia plasmata in campo terapeutico da Fritz Pearl mettendo in modo geniale le persone a confrontarsi con loro stesse attraverso una drammatizzazione del proprio dialogo interno nel famoso gioco delle sedie. È con Antonello Musso che ho cominciato un lungo sodalizio terapeutico con continua ancora oggi dopo 16 anni, detto così può sembrare un lavoro tra di noi, in effetti lo è stato, un lavoro di confronto e supervisione continua sui lavori che andavamo ed andiamo ad affrontare coi nostri pazienti.
Oggi più che mai dopo 23 anni di attività come clinico ed altrettanti di formatore ho trovato e trovo nell’ipnosi lo strumento ideale, la metafora più giusta per comprendere ed aiutare, niente di più che permettere alle persone di riscrivere alcune pagine della loro vita, niente di più che permettergli di scrivere alcune delle loro più belle pagine della vita che e andranno a vivere.
Siamo nella storia e siamo una storia, una particolare storia che raccontiamo semplicemente vivendo, ed il ricordo diviene vita che riviviamo, ed il futuro diviene progetto che anticipiamo vivendolo ancora, ogni momento è la nostra vita ed il vivere è rimanere nel sogno di ciò che è stato e che sarà, in un presente continuo, il nostro stato mentale che fluttua tra i nostri pensieri e le nostre sensazioni.
Oggi penso tanto e mi ritrovo tra le mani delle bellissime perle di conoscenza, le mie citazioni iniziali, che mi accompagnano nel mio lavoro, così ho voluto condividerne alcune con voi.

— Post From My iPad Marco Chisotti
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