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Cecità cognitiva. Marco Chisotti.

Cecità cognitiva. Marco Chisotti.

Noi non vediamo di non vedere, vediamo sempre, ma vediamo una cosa alla volta, viviamo in un film che il nostro inconscio struttura per noi in una continuità psichica intrisa di tutte le nostre convinzioni.

Invecchiando scopro sempre più che le Neuroscienze per me son la Nutella del pensiero.

Prima o poi arriverà una teoria della coscienza dove tutti quanti, scienziati e gente comune, si rispecchieranno come in uno unico stato mentale condiviso.

Succederà e sarà come quando l’umanità ha accettato la rivoluzione copernicana, l’evoluzione darwiniana, l’esistenza del mondo inconscio froidiano, accetteremo una teoria della coscienza e ci rifletteremo in essa.

Sto afferrando il senso della complessità ed accettando che le singole cellule del mio cervello proprio non abbiano nessuna consapevolezza dell’insieme in cui vivono.

Solo noi, con la nostra coscienza, abbiamo il dono di vivere la vita di mezzo, né troppo piccoli come atomi, né troppo grandi come stelle, a mezzo, al passo con la vita.

Ci penso costantemente a tutto questo, ma ho un grosso limite guardò il mondo pretendo dal mondo, credo che l’unica soluzione è iniziare a tracciare un confine e poco alla volta modificarlo per ottenere sempre più un modello condiviso.

Son convinto che il “mondo” sia frutto delle nostre credenze, si nasce si cresce si vive e si muore attraverso un fitto canovaccio di credenze e convinzioni che noi chiamiamo “realtà”.