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Comunicazione e cambiamento. La comprensione di …

Comunicazione e cambiamento.


La comprensione di un messaggio comunicativo necessita di tre elementi
fondamentali: contenuto, contesto e intenzione (dell’interlocutore).
Per i primi due elementi non c’è difficoltà a comprenderne il
significato. Il contenuto è indispensabile, considerando che può
essere un contenuto non verbale che va dunque ulteriormente
interpretato, ci porta l’elemento del contendere, il messaggio.
Il contesto è fondamentale per l’interpretazione del messaggio stesso:
senza il contesto non è possibile esser sicuri del significato, dal
momento che le parole spesso portano con sé valori e significati
differenti, anche solo per il tono con cui vengon espresse.
Quello che ci risulta in parte nuovo e in parte ancora poco chiaro è
l’intenzione, il senso di questo elemento infatti è più complesso di
quanto appaia.
Nel considerare l’intenzione dobbiamo considerare l’elemento “io”,
cioè a dire il soggetto portatore della comunicazione. Se partiamo
dall’idea che l’identità di una persona coincida con la sua coscienza,
il piatto è pronto. Basta domandare e vi sarà detto “Qual è la tua
intenzione?” E la persona ci dirà le sue intenzioni. Ma la persona non
si compone di una semplice unità, noi sappiamo che la coscienza è un
composto di intenzioni distribuite in parti differenti della sua
mente, considerando la mente come un puzzle di parti del cervello la
cui massa critica costituisce il nostro livello di coscienza.
L’intenzione, noi sappiamo bene da come le neuroscienze ci mostrano,
sono spesso ad un livello differente da quello della coscienza di cui
abbiamo una diretta consapevolezza. Il lavoro stesso che si fa nelle
relazioni d’aiuto va spesso a ricercare il significato profondo
presente nella persona, quegli elementi dell’identità che la
compongono creando il senso di un’intenzione in parte conscia ed in
parte inconscia. Nel momento in cui entra in gioco l’inconscio si
comincia a costruire una rete neuronale che collega parti della mente
fino a quel momento non collegate tra loro, si forma un nuovo stato
mentale e da qui una nuova identità possibile.
A questo punto appare chiaro che ciò che consideriamo vero in noi è
più frutto di presupposti implicati nell’operazione mentale in atto
che non frutto di una volontà unica. La volontà è piuttosto uno stato
mentale che porta ad emergere, elicitare, un’intenzione tra le tante
possibili. Noi agiamo e reagiamo sull’emergere di un’intenzione che in
questo momento domina sulle altre.
Il lavoro col proprio inconscio, da pratica utile ai fini terapeutici
diviene fondamentale elemento d’equilibrio per considerare i
differenti livelli, o meglio i differenti presupposti che compongono
il nostro essere. Senza la presenza consapevole del nostro
interlocutore interno non è possibile parlare di dialogo e senza
dialogo, dialettica, non ci sono né osservatore né osservato, non c’è
un soggetto cosciente, non c’è una chiara intenzione.
Il lavoro nel costruire l’inconscio, una parte interiore del nostro
essere, permette di aumentare la consapevolezza e crea un’identità
differente, la possibilità di uscire da molti luoghi comuni in cui ci
troviamo legati, impossibilitati ed esser diversi. Cosa succede in una
persona quando produce un cambiamento? Alla luce di quanto ho esposto
si crea un dialogo interno diverso, parti del cervello si relazionano
in modo differente, certe priorità si impongono su altre, certi
presupposti si impongono su altri. Un uomo di 100 anni fa era diverso
da un uomo d’oggi. Perché? Altri equilibri nella sua mente, altri
dialoghi interni e diverse parti di sé, altri presupposti in gioco,
diverse intenzioni. Creando l’inconscio permettiamo alla persona di
accelerare un processo di cambiamento generando nuove possibilità di
essere, nuovi collegamenti tra parti della sua mente. Un nuovo
equilibrio interno, un diverso stato mentale implicato, una diversa
identità. La comunicazione è una relazione tra parti, quando è esterna
è in relazione con altri individui, quando è interna è tra due o più
entità interiori di riferimento. Molto spesso il dialogo interno è
però limitato, il nostro interlocutore interno non è dalla nostra
parte, non è nostro alleato, è una voce distruttiva, una coscienza
negativa, o quant’altro si possa incontrare.
Creare, costruire strutture interiori, come l’idea dell’inconscio,
permette di organizzare la mente, permette di aumentare la
consapevolezza, creare nuovi equilibri interiori tra le parti che
compongono la nostra mente, tra aree diverse del cervello, permette di
creare un nuovo dialogo interno, ciò che vien usato attraverso il
dialogo delle parti, crea e costituisce nuove intenzioni, nuovi
presupposti. Il cambiamento viaggia attraverso la comunicazione
interna ed esterna degli individui, l’intenzione è ciò che emerge
dall’equilibrio delle parti che entrano in gioco nella nostra mente.
Per comprendere l’intenzione, e dunque il significato di una
comunicazione, è necessario avere un dialogo che permetta di far
emergere gli equilibri presenti all’interno dell’interlocutore, si
deve aggiungere un alleato interno che favorisca tale comprensione.
Se si vuole aiutare una persona la si deve mettere nella condizione di
usare le proprie risorse interiori, aumentando le sue possibilità di
scelta, e lo si può ottenere attraverso un’azione operata dalla mente,
con un dialogo differente, con parole differenti, relazioni
differenti, pensieri differenti. Si ottiene un cambiamento attraverso
parole e pensieri, le preghiere che sono parole e pensieri ripetuti,
son innesti nella struttura cognitiva della persona, agiscono
coordinando nuove connessioni tra parti della mente, nuovi equilibri,
nuovi pensieri e sensazioni.
Aiutare vuol dire, per chi si interessa di relazioni d’aiuto,
comunicare, creare nuove relazioni, aumentare le possibilità di
scelta; lavorare con i contenuti, comprenderli, capirli; lavorare sui
contesti personali, familiari, sociali, culturali, analizzarli,
considerarli. Aiutare vuol dire prendere in considerazione le
intenzioni presenti, quelle consce e quelle inconsce, permettendo così
di comprendere, assieme al comunicatore, il reale significato profondo
della comunicazione presente. Così non è possibile comprendere un
messaggio senza metter in gioco l’organizzazione della mente
dell’individuo, nel suo stesso interesse, permettendogli di
comprendere il peso delle sue reali e profonde intenzioni. Per far
questo bisogna creare il dialogo possibile che mette in luce ed in
gioco la relazione tra le parti della mente. Il dialogo con
l’inconscio, il dialogo tra le parti e le preghiere costruite con il
soggetto son gli strumenti principali. Il risultato che si ottiene è
un cambiamento dei presupposti della persona, nuovi equilibri nelle
relazioni interne (mondo interno) ed esterne (mondo esterno) in
gioco.

Dr. Marco Chisotti
Psicologo Psicoterapeuta
Ipnosi Terapeuta
Cell. 3356875991
Tel. 0119187173
https://www.chisotti.com
http://www.aerf.it
http://www.ipnosicostruttivista.it

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