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Da lontano … così vicino. Metodo psicobioemotivo…

Da lontano … così vicino. Metodo psicobioemotivo

Marco Chisotti
La cognizione non è una “funzione” del vivente, anche se complessa, ma è il vivente stesso. 
“Vivere è conoscere”. 
Si crea un cortocircuito inevitabile tra teoria della conoscenza, teoria della scienza (epistemologia), e la scienza biologica stessa. Humberto Maturana. 
Credo si possa considerare l’esperienza della relazione d’aiuto prendendo in considerazione un percorso tipo nel metodo psicobioemotivo che prendo in considerazione.
Gli elementi che prendo in considerazione ponendo l’attenzione sulla formazione dell’esperienza cognitiva sono:
FORMA Dare una forma, costruire una forma, accedendo ad una nostra conoscenza (teoria dell conoscenza) possiamo prendere in considerazione una parte della nostra esperienza passata, ci troviamo nel mondo delle descrizioni, frutto delle nostre distinzioni, usando parole chiave fermiamo l’attenzione su una forma, un oggetto, un soggetto, un evento.
SENSAZIONE Sentire, percepire, usiamo il nostro corpo, nelle sedi dei nostri sensi, (scienza biologica) ci accorgiamo della realtà attorno a noi, rimanendo concentrati sulla sensazione, come per raccogliere elementi, prendiamo, scegliamo dei dati sensoriali, elementi che ci servono per avere consapevolezza dell’esperienza in un primo tempo, e poi per fissare un apprendimento nella mente.
PROCESSO si tratta di avviare un processo di memorizzazione, apprendimento, solo vivendo un emozione, che fissa in memoria un esperienza, noi abbiamo un apprendimento ed un ricordo, il procedere attraverso una vera esperienza epistemologica, uno studio di come siamo arrivati a conoscere una certa cosa.
Ora ci concentriamo su di un esperienza di relazione d’aiuto, in modo da sviluppare un analisi iniziale del lavoro terapeutico, fino a poterne verificare un risultato.
L’esperienza inizia col dare FORMA ad una distinzione durante un processo terapeutico, il primo passo della una teoria della conoscenza, si procede per piccoli passi favorendo la descrizione che il cliente fa della sua osservazione/percezione portandolo ad usare una descrizione linguistica del soggetto/oggetto preso in considerazione, lavorando con la conoscenza personale dell’individuo, si ottiene di confinare la nuova epserienza, attraversola la narrazione che ci fa della sua storia personale, passando in rassegna le sue personali convinzioni fissate nelle esperienze passate.
L’esperienza del terapeuta procede col SENTIRE ci si concentra sull’esperienza percettiva concentrandosi sulla biologia della percezione, in maniera logica per raccogliere i dati, il qui ed ora sensoriale del cliente, facendolo rimanere sulla sensazione provata, si lascia fuori ogni elemento passato di esperienza che anticiperebbe l’evento futuro, si lavora solo sui sensi qui ed ora con le memorie del corpo, la conoscenza dedotta dai sensi.
Al termine dell’esperienza si arriva al PROCESSO, a definire un emozione, provata e vissuta, tra una forma cognitiva ed un esperienza sensoriale , tra cervello e corpo, declinando il processo di apprendimento come in una teoria della scienza, dove ogni persona è un ricercatore nella propria esperienza, definendo questo processo di congiunzione tra azione e cognizione, si raggiunge la consapevolezza emotiva e la memorizzazione che ne segue, una memoria cognitiva, avvallata nella memoria del corpo, sentita è pensata nell’immaginario emotivo.
Secondo la teoria dell’autodeterminazione per essere veramente motivati a fare qualsiasi cosa, il compito deve soddisfare tre esigenze psicologiche: 
Farci sentire competenti
Essere in grado di controllare ciò che stiamo facendo
Darci la sensazione di migliorare le nostre relazioni sociali. 
La competenza è legata alla nostra possibilità di sapere, conoscere, avere cognizione appunto, la consapevolezza della nostra conoscenza è una coscienza che ci permette di sentirci competenti. (FORMA)
Il controllo ci è reso possibile dai nostri sensi, raccogliamo dati per gestire ogni situazione prenda la nostra attenzione, siamo biologicamente strutturati come individui senso motori, la coscienza delle sensazioni ci da il controllo. (SENTIRE)
Migliorare le nostre relazioni ci è reso possibile dalla coscienza del nostro apprendimento, le sensazioni che vanno ad unirsi alle nostre spiegazioni, come conoscenze, generano in noi emozioni che vanno a fissare la memori della nostra storia. (PROCESSO)
Esistono tre tipi di coscienza:
La coscienza del ricordo, del conosciuto, la nostra conoscenza memorizzata durante le nostre esperienze emotive, so di sapere o di non sapere, conosco la mia stori è credo alle storie, la storia più conosciuta e creduta è la storia del denaro, ad esempio, o la storia delle fedi religiose o politiche, le nostre convinzioni. 
La coscienza del sentire e sentirci, la consapevolezza d’essere vivi, il fruire dell’essere attraverso i sensi, fare esperienze differenti, muoverci nella curiosità dello sconosciuto mondo attorno a noi, creando sempre nuove distinzioni.
La coscienza delle emozioni, sensazioni fissate nella memoria, il ricordo che si fa storia, lo spiegarsi delle sensazioni nell’incontro con i pensieri, la costruzione di quegli stati mentali, condizioni di flusso, in cui pensieri e sensazioni camminano appaiati.
Credo che l’intelligenza sia misurabile relativamente alla coscienza, più ho coscienza del mondo intorno a me e del mondo dentro di me, attraverso i miei sensi, più ho afferente sensoriale da elaborare e più risulto intelligente, in questo modo l’intelligenza è semplicemente una necessità, puoi limitare la tua intelligenza con la volontà ma si manifesta in modo necessario, in base alla complessità sensomotoria elaborata della persona.