Ogni volta che studiamo i processi mentali coscienti tendiamo a riportare la conoscenza razionale come riferimento, essenzialmente la conoscenza dei processi mentali è filtrata dall’analisi di processi psicologici. Ha la fortuna di lavorare da una quindicina d’anni con il mio collega, amico Antonello Musso, ed il confronto con lui mi ha permesso di comprendere l'”animale” che c’è in ognuno di noi. Una delle strutture più interessanti del nostro cervello è l’amigdala, una piccola porzione di cervello, grande poco meno di una noce che ha una funzione particolare, riconosce il nostro stato d’animo attraverso il nostro comportamento, la nostra postura. Essendo parte del cosidetto primo cervello il cosidetto cervello rettile, la più antica porzione del nostro cervello, non è collegata ai processi logici e razionali della neocortecci, la terza parte evoluta del cervello presente solo nell’uomo, per cui non è aggiornata dai pensieri, semplicemente fa da staffetta tra il comportamento evidenziato ed i processi interiori impegnandoci ad avere reazioni fisiologiche basandosi unicamente sull sua acquisizione, il risultato èsorprendente, reagiamo, senza renderci conto direttamente, alla posizione che prendiamo prima che ai pensieri che utilizziamo. In poche parole “siamo” per quello che facciamo. Ma l’amigdala non si ferma ai comportamenti, essa è responsabile anche dell’adeguamento da parte dell’individuo all’ambiente oltre che agli altri, l’ambiente umano in effetti è il primo riferimento che abbiamo attorno a noi, possiamo accordarci o allontanarci dal gruppo, essere assonanti o dissonanti col gruppo, tendenzialmente l’uomo tende a conformarsi automaticamente al gruppo, sentendosi in tal modo protetto, guidato e sorretto dal gruppo stesso. La pratica della psicoterapia tiene poco in considerazione questi importanti suggerimenti da parte delle neuroscienze, portando spesso eccessiva attenzione ai processi logici e coscienti del pensiero, si allontana da soluzioni semplici ed efficaci quali fingere per essere, il comportamento di emulazione dell’adulto da parte del bambino, il quale copia ciò che vede fare dall’adulto per poi impararlo e proporlo in prima persona. La drammatizzazione di comportamenti corretti da parte dell’individuo è un’importante esperienza da perseguire, molto più utile e risolutiva di tante parole e tanti ragionameni. Così come ci ricorda Mc Gill, ipnologo e poi psicoterapeuta americano, per poter raggiungere un risultato abbiamo bisogno di fare tre tipi di esperienza nell’ordine: fare finta, fingere per apprendere, donare, immaginare ciò che vogliamo e renderci consapevoli di ciò che abbiamo bisogno per realizzare. Solo con la consapevolezza possiamo realizzare, solo sognando, immaginando, possismo raggiungere la consapevolezza, ma solo fingendo d’essere ci avviciniamo alle espererieze che ci fan sognare d’essere, prendere consapevolezza e realizzare. A questo processo emulativo, tipico di ogni forma d’apprendimento, in cui rientrano le attività dei neuroni specchi, aggiungiamoci le aspettative, ciò che gli altri si aspettano da noi, che noi emuliamo o da cui ci lasciamo guidare, e ciò che noi ci aspettiamo dagli altri naturalmente, col loro comportamento adeguante, ed abbiamo chiara l’influenza dell’amigdala ed il suo potenziale uso in psicoterapia.
— Post From My iPod Marco Chisotti
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Psicologo Psicoterapeuta
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