L’Ipnosi dai contesto al contenuto: come sviluppare magia.
Marco Chisotti
La vera magia dell’ipnosi sta nel non detto, mentre troppo spesso l’attenzione e la preoccupazione vien data al contenuto. Sembra strano a dirsi ma la vera arte ipnotica è proprio quella di dar spazio all’immaginario creativo della persona, meno parole si spendono è più la persona va alla ricerca trans derivazionale del significato, una ricerca funzionale nella propria esperienza passata.
Per la precisione il contenuto deve proprio guidare in questa direzione, dar spazio alla creatività della persona di trovare un senso costruttivo e funzionale all’esperienza.
Due son i motivi che rendono importante lavorare sul contesto piuttosto che sul contenuto:
Dare spazio alla creatività immaginativa della persona, facendola allontanare dal mondo della sua critica.
Riconoscere il potere terapeutico dell’inconscio, le persone hanno dentro ai propri Sè le risposte, sta a noi metterli nella condizione di trovarle.
Tu puoi … tu sai … tu conosci la risposta, o meglio il tuo inconscio la conosce … a te il compito di dar fiducia alle risposte che ti arriveranno come suggerimenti, intuizioni … ecco un esempio di induzione nel contesto positivo di riuscita e fiducia nei propri mezzi.
Il contesto parte prima dei contenuti, viene creato fin dalla prima fase orientativa dov’è si sottolinea l’efficacia positiva dell’esperienza che si va a fare, il cosiddetto Pretalk.
Il contesto genera effettivamente la giusta aspettativa che ci serve per orientare le persona verso l’esperienza positiva che andrà a vivere. Inoltre permette di preparare il terreno o all’esperienza di cambiamento che ancora non si conosce, dopo una prima fase di preparazione si da spazio all’incubazione, impossibile da comprendere nei suoi effetti se non si conosce il contesto entro cui avviene.
Senza il contesto si dice sia impossibile comprendere correttamente un messaggio, nell’esperienza ipnotica, senza il contesto che guida l’esperienza, è impossibile completare l’induzione che deve far transitare la persona dalla suggestione vissuta alla guida ipnotica.
La Magia risiede nella persona, l’ipnotista può solo guidare il soggetto verso le sue risorse interiori, dando fiducia all’esperienza ipnotica stessa, inoltre, ci si appoggia all’aspettativa di esperienza magica che solitamente ci si aspetta di incontrare con l’ipnosi.
Il contesto si arricchisce poi dei contenuti, corretti dal contesto stesso, creando così un continuum funzionale dove l’aspettativa favorisce, se non genera, l’esperienza che porta al risultato desiderato.
Creare magia è creare un’associazione, un rituale che crea il mantenimento di un legame, Ogni volta che si presenta un elemento ne viene implicato un’altro, l’implicazione è, nel processo ipnotico, un atto di congiunzione tra due fatti: se X allora Y o quando X allora Y.
Ogni volta che definiamo un contesto proponiamo uno scenario in cui avvengono delle cose e non altre, definire il contesto vuol dire orientare la persona, ciò che andrà a vedere, sentire o percepire sarà ciò che il contesto le indicherà.
Un contesto non esiste a prescindere, è frutto di una scelta, una scelta di confini definiti entro i quali svolgere un’azione, per questa ragione non basta avere un contesto, il contesto autodefinito, o sottinteso, implicito, non è un contesto utile, bisogna prendersi cura del contesto perché sia chiaro alla persona, dal contesto scaturiscono suoi pensieri che son parte della sua storia, e quindi parte della sua identità.
La memoria stessa è contesto dipendente, ricordiamo attraverso libere associazioni, viviamo in una realtà che ha senso proprio perché circoscritta da un preciso contesto di riferimento.
Ci si concentra tanto sul contenuto dell’induzione ipnotica mentre la vera “magia” del cambiamento è data proprio dall’aspettativa positiva che si viene a creare, rispetto al futuro, e dall’immaginario costruttivo che permetterà di proiettarsi nel futuro, entrambi son aspetti dipendenti dal contesto, il rituale, il momento, le emozioni nel qui ed ora, la capacità di creare simboli e significati.
Vi voglio far un esempio di contesto che tutti quanti possediamo, l’inconscio, L’attività cognitiva del nostro cervello e solo per il 10% dedicata alla coscienza, il 90% della sua attività è inconscia, ciò vuol dire che il 90% dell’attività del nostro cervello non possiede un contesto di riferimento, per creare un contesto se hai bisogno di una coscienza. Lavorare con l’inconscio vuol dire proporre un contesto di riferimento per l’attività del 90% del nostro cervello.
La figura dell’inconscio è, a tutti gli effetti, il miglior contesto che si possa pensare e creare, quando è rivolto ad un individuo, a favore di un suo cambiamento costruttivo e positivo. Tutto questo è possibile proprio perché l’inconscio viene creato come contesto che mette in evidenza le qualità di un’amico che ti aiuta, di un’angelo custode che ti protegge e di uno spirito guida che ti indica il cammino da seguire, un contesto di aiuto, protezione e guida è il meglio che si possa sperare per affrontare i cambiamenti che ci riserva la vita.
Auguro a tutti voi di trovare il vostro inconscio, quel contesto positivo e costruttivo entro il quale vivere al meglio la vostra vita.