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Ogni storia diventa una profezia.

“L’unica regola che va insegnata ai bambini è che non devono sottomettersi a nessuno.”   Bertrand Russell  

Penso che la libertá sia una necessità, che il dubbio su di esse sia frutto di paure e timori, che sia spesso scomoda, meglio e più semplice l’obbedienza, ancor meglio quando cieca, la penso spesso la libertá ne sento l’odore, il sapore, un forte bisogno, la provo per lo più nello star solo, con gli altri solo quando son protagonista o quando sto amando, desiderando, provando intensamente qualcosa, la libertá fa paura quando non si è protagonisti della propria vita, del proprio tempo, di un sentimento, in fondo esiste dal confronto, attraverso la relazione, è ricca la libertá di noi stessi, perchè s’impersona della nostra identità.


Ogni libertá esiste nello scenario di una realtà, esiste perchè appartiene ad una storia ed ogni storia prima o poi diventa profezia, con la sua causa ed il suo effetto, quando non ci si racconta più una storia non si hanno più aspettative, non si ha più libertá, solo un presente continuo che attende di divenire una storia, con un passato ed un futuro, ed il suo senso di libertá. 
Non si crede piu ad una realta prestabilita dietro alla natura dei fatti, la verità non è proprietà prestabilita dell’idea, ne dal pensiero, si trasforma da stato mentale ad attività, a processo di conoscenza, la libertá stenta a distinguerai dalla realtá fintanto che l’abbiamo, la viviamo, mentre subito sentiamo i confini attorno a noi quando la perdiamo, sentiamo scricchiolare sotto i nostri piedi il senso del vero, del pieno e del compiuto, si apre come un vuoto e perdiamo la nostra libertá. 

Nel momento che non possiamo conoscere ciò che è vero, possiamo conoscere cio che è utile, ciò che funzione, nel senso di ciò che è idoneo a modificare lil nostro comportamento, la nostra esperienza, la relazione che abbiamo con le cose, gli altri ed il mondo. 


La risposta sta nel fatto che il significato, il senso, il vero, per come lo percepiamo possibile, è sempre l’interazione, la relazione, ma il nostro comportamento non può essere letto come una risposta ad un semplice stimolo, un bieco comportamentismo, perché non subiamo la realtà ma la significhiamo, gli diamo forma, la maneggiamo, semmai subiamo tale costruzione di senso, con le nostre aspettative, le nostre gioie, i nostri dolori.
Quante volte ci capita di cambiar parere, e quante volte combinano stato d’animo, il parere sulla vita subisce il fascino della ragione, è ragionevole, e fino a che siamo liberi manteniamo un certo parere, manteniamo la nostra coerenza nei confronti del mondo dell’altro, se perdiamo la nostra libertá, il nostro essere come ci viene, la nostra spontaneitá, lo stato d’animo, o stato mentale che percepiamo  come un oceano, rimane stabile fino a che mantiene ogni perturbazione, facciamo finta che nulla sia successo, ma se non siamo in grado di mantenere la perturbazione diviene incontenibile, come una tempesta.
Gli stimoli, le perturbazioni vengono sempre interpretati, pensiamo alle differenze culturali, sono le stesse risposte agli stimoli che l’uomo da in india o in italia? O quelli successi durante la prima guerra mondiale o oggi? In veritá non sono gli stessi stimoli in ogni luogo ed in ogni tempo, perchè ogni stimolo reagisce ad un simbolo diverso e i simboli, matrici o modelli, sono costruiti nell’interazione, spazio temporale, socio culturale, psico individuale, un gran casino praticamente, ma noi abbiamo una continua stabilità cognitive che ci restituisce una calma ed una quiete percettiva, che ci dona stabilitá, almeno fino a che è possibile mantenere la nostra libertá, neghiamo la differenza, il cambiamento, manteniamo lo status quo, lo stato mentale che ci guida, manteniamo il profeta in noi.


Gli esseri umani agiscono nei confronti delle “cose” in base al significato che gli attribuiscono, ed il significato nasce dall’interazione tra individui, nasce nella relazione, la prima relazione è dentro ognuno di noi è si chiama memoria, poi subentra la relazione di confronto, tra memorie, ma sopratutto con l’intenzione, ciò a cui tendiamo, siamo interessati, o necessitati, pensiamo al miraggio dell’assetato, o allo sguardo dell’innamorato che torna costantemente alla persona amata.
I significati sono costruiti e ricostruiti attraverso un processo interpretativo messo in atto da ognuno di noi nell’affrontare le situazioni nelle quali si imbatte, anche se ci possiamo sentir soli, soli non siamo, abbiamo l’idea culturale dell’unicità, della singolaritá, ma il nostro vivere è un continuo percepire come un coro di voci che si appresta a prendere una direzione, un insieme multiforme che, mano a mano che decidiamo, scegliamo, percepiamo diviene uniforme.
Allora la profezia spesso è un inconsapevole miscellanea di umori, sensazioni, andiamo nella direzione dell’esperienza che ci aspettiamo, che desideriamo, se è la libertá quella che cerchiamo la profezia, spesso, anche solo sotto forma di sogno, è li e ci aspetta, ma non sempre siamo nella giusta storia, o meglio, ognuno di noi è in una storia, quella che sente, che prova, alle volte che ascolta, non sempre la storia in cui ci troviamo è la storia che desideriamo, vorremmo cambiarla, non ascoltarla, ma la nostra storia parla di noi, ci segue, alle volte ci precede, porta con se tutto quello che pensiamo, porta i segni del tempo, porta quello che siamo.

Quando raccontiamo la nostra storia a qualcuno che ci ascolta non dimentichiamo di metterci dentro tanta libertá perchè come un boomerang ci ritornerá, come una profezia.