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Saper guardare la vita in faccia. Marco Chisotti.

«L’unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell’Himalaya… È dentro di noi!» Citato in Dentro di noi Tiziano Terzani.
A farmi conoscere Tiziano Terzani è stata Costanza Battistini sua grande lettrice, io son stato sempre legato alle materie psicologiche in passato, ma ho visto in lui una grande sensibilità verso l’animo umano da coinvolgermi.
Quando si raggiunge una grande maturità come quella che ci ha mostrato Tiziano Terzani si può anche capire il profondo significato di una considerazione così semplice. Mi capita spesso di cercar di dire ai miei clienti, in qualità di Counsellor, che il vero maestro é dentro di loro io lo chiamo inconscio, angelo custode, spirito guida, ombra, lo chiamo così per far comprendere che non é sotto la nostra volontà, mi chiedo anche cosa sia realmente sotto la nostra volontà, penso che si scoprirà che sono poche le cose che posso essere da noi veramente volute, credo siano più facilmente giustificate e spiegate dalla volontà, siamo misteriosi per quanto poco ci conosciamo e per quanto dobbiamo ancora conoscerei.
«L’inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un’illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c’è progresso. Non c’è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono………….
La regola secondo me è: quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è più speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta.» Tiziano Terzani.
Di recente mi son trovato ad un bivio, non voluto ma mi é capitato, avrei voluto continuare a scendere per non soffrire della fatica e della novità da affrontare, avrei voluto far la strada più semplice, ma non ho deciso io, riconosco che la decisione che è stata presa per me era giusta, era la cosa da fare ma non avrei proprio voluto affrontare la salita, decidere vuol dire lasciare qualcosa per qualcos’altro e questo non è bello anche quando è necessario.
Mi vengon in mente i campioni che non riescono a mollare anche quando tutto gli dice che dovrebbero farlo, prendere la strada in salita, li capisco che desiderino continuare, non li biasimo, cedono ad un bisogno di omeoostasi, tenere l’equilibrio e non cambiare.
Per quel che riguarda il tempo è una bella intuizione quella di Tiziano Terzani che condivido anche se umilmente ho difficoltà a comprendere fino in fondo, son tante le cose che capisco ma poi non riesco a vivere fino in fondo, anche la causa effetto é una superstizione come afferma il filosofo Wittgenstein ma pur comprendendo la non riesco ad evitarla.
La circolarità del tempo annulla la mia ansia legata all’irreversibilità consequenziale del tempo, patisco questa cosa, che un tempo lasciato non possa tornare, ma ancora non mi riesce di abbracciare la sua circolarità, o meglio la posso considerare se mi tolgo da esser protagonista della storia che osservò e che racconto, in questo caso ci riesco, ma mi é difficile togliermi da questo protagonismo, Tiziano Terzani al contrario é stato capace di farlo, per questo ed altro ha tutta la mia considerazione.
L’integrità del suo IO lui l’ha saputa vivere opposta alla disperazione della vecchiaia, della fine, che tanti finiscono col vivere ahimè! Questa sua integrità l’ha vissuta sopratutto quando è giunto vicino alla fine della sua vita, ha saputo osservare il suo percorso e si guardato indietro comprendendo limiti e glorie del suo vivere.
Quello che più mi ha colpito é che ha saputo riflettere sulla sua vita, professionale e personale, non provando rimpianto per qualcosa che avrebbe potuto ancora fare, il suo è stato un bilancio positivo, ha saputo vedere le cose con distacco quando dovevano essere analizzate, con passione e coinvolgimento quando dovevano essere vissute, questa sua capacità di prendere la giusta posizione nel confronti dei fatti della vita gli ha consentito una integrità dell’IO, congedandosi dalla vita serenamente, accettando la propria morte con una calma emotiva nella consapevolezza che il viaggio è stato bello, gli obiettivi sono stati realizzati, senza rimpianti ne rimorsi fino alla fine, almeno questo è ciò che traspare da quello che ci ha lasciato detto e scritto.
Credo che la cosa da apprendere sia stata questa per me, un esempio di “dignità illuminata” mi verrebbe da dire, e da pensare, al meglio di ogni retorica o luogo comune. Il miracolo non esiste e la fede é una cosa tua, personale, quasi intima, è stato sincero coi suoi lettori, ha detto tutto quello che pensava, una cosa che molte volte mi son pentito di non esser riuscito a fare, molte volte evito di dire di No per un eccesso di protezione mia e di chi si confronta con me.
La vita presenta sempre un altra faccia, da persona matura mi auguro almeno di saperla guardare e non voltarmi dall’altra parte in modo puerile.