È possibile cambiare un processo narrativo, autobiografico ed auto referenziale in atto tra due o più persone?
Nei processi emotivi e relazionali ( comunicazione, relazione affettiva, relazione lavorativa, relazione emotiva, relazione familiare, relazione amicale, relazione sessuale) quando nella persona ha preso il sopravvento la parte emotiva e fisica su quella cognitiva (vedi innamoramento ad esempio o rabbia, disgusto o qualunque emozione possa coinvolgere il corpo) allora non c’è modo.
Se si mantiene intenso il livello cognitivo, allora è possibile ottenere risposte differenti, il livello di equilibrio nelle componenti Psicobioemotive è fondamentale per poter avere più possibilità di scelta.
L'”energia” in un organismo, come quello umano, costituisce un 100% ed è distribuito nelle tre parti del nostro sistema, cervello, corpo, emozioni, in base alle percentuali noi agiamo (acting out fisico) ci emozioniamo (paura, rabbia, desiderio, stupore esprimiamo emozioni) pensiamo (ragioniamo, progettiamo, immaginiamo usiamo la nostra cognizione. I tre processi Psicobioemotivi sono frammezzati (miscelati tra loro) noi abbiamo coscienza unicamente del processo di consapevolezza finale.
La stessa spiegazione è possibile calibrarla sui tre cervelli (le tre parti evolutive che compongono il nostro cervello, il cervello rettile, il cervello mammifero, e la neocorteccia), o spiegarla sulla divisione delle tre coscienze che possediamo, in quanto animali possediamo una coscienza base strettamente legata alla percezione di un corpo fisico, in quanto esserci sociali, animali superiori, abbiamo una coscienza relazionale, ci percepiamo attraverso la relazione con l’altro, in quanto esseri umani possediamo una coscienza autobiografica resa possibile dalla nostra memoria e dal nostro linguaggio.
La descrizione da cui si parte, in qualunque processo esperienziale di cui siamo consapevoli parte a livello del sé autobiografico, questo fatto rende difficile affermare quale sia il rapporto tra le componenti fisiche, cognitive, ed emotive dell’esperienza vissuta, nel caso si venga a capo di questa relazione, è possibile raggiungere la consapevolezza delle componenti che in noi entrano in moto nel formularci le domande, le percentuali Psicobioemotive messe in gioco nella nostra esperienza di coscienza per capirci, ci permettono di trovare una risposta.
Capisco che la risposta alla domanda iniziale sia finita con l’essere una risposta autoreferenziale, ma vi assicuro che chiunque possa vendervi una vera risposta non potrà che essere un bugiardo, almeno nella visione costruttivista, alla luce della quale riporto qui il mio pensiero, la verità è appunto l’invenzione di un bugiardo.
Il processo autoreferenziale della narrazione è dunque soggetto a tre componenti differenti, l’azione fisica, l’esperienza emotiva, la spiegazione cognitiva l’equilibrio tra queste tre parti determina la consapevolezza narrativa in cui ci troviamo.
Il lavoro che ci si prepara a fare nel tentativo di aiutare qualcuno a superare le proprie difficoltá ad esempio, lo si definisce in ambito psicologico col tema “gestione delle emozioni”, solo che è limitato alle emozioni ed alla parte cognitiva, se si procede solo dal punto di vista psicologico non si completa il lavoro e rimangono le memorie del corpo a dettare i nostri comportamenti. Il metodo Psico Bío Emotivo che stiamo sviluppando con la scuola di ipnosi costruttivista si interessa di cogliere tutti e tre gli aspetti dell’esperienza umana. Solo attraverso una gestione equilibrata di questo equilibrio in tutte le sue forme ci permette di raggiungere una maturazione cognitiva, una desensibilizzazione fisica, ed un nuovo equilibrio emotivo. Ogni tentativo di intervento parziale è al contrario un rafforzamento del disequilibrio iniziale.