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Come rimane in mente.L’esperienza dell’ipnosi è la…

Come rimane in mente.

L’esperienza dell’ipnosi è la causa l’idea della nostra vita la sua conseguenza.

Il presupposto principale dell’Ipnosi costruttivista si allinea al costruttivismo radicale coniato da Ernst von Glasersfeld nel 1974, la realtà non esiste indipendentemente dall’osservatore, la realtà è frutto dell’esperienza, l’esperienza è resa possibile dal dominio cognitivo degli stati mentali, ogni stato mentale è di per se un equilibrio tra pensieri e sensazioni.


L’ipnosi costruttivista nega qualsiasi tipo di esistenza che vada oltre a quella prodotta dai pensieri attraverso l’esperienza degli stati mentali.

La conoscenza non riguarda una realtà “oggettiva” ontologica e uguale per tutti, ma riguarda esclusivamente l’ordine, l’organizzazione e la memoria dell’esperienza acquisita attraverso gli stati mentali.

L’esperienza del reale esiste nella misura in cui il soggetto l’esperisce e la organizza nella propria mente, l’esperienza dell’ipnosi é la causa dell’apprendimento e dunque il mondo, la nostra storia ne è la conseguenza.

L’esperienza non si limita a generare un senso storico, sequenziale della nostra vita, non è un semplice processo implicativo ed esplicativo, l’esperienza è conoscenza, la conoscenza obbliga, fa prendere posizione, decidere, scegliere, fa vivere o morire.

Ma come funziona la relazione tra il soggetto costruttore, attore, ed il suo ambiente, il reale condiviso.

L’ipnosi costruttivista tratta del sapere essere, evito la parola “conoscenza” che, da Socrate in poi, ha sempre suggerito un riconoscere o rappresentare l’identità che dovrebbe già “esistere” e non riguarda l’essere e l’ontologia.

Le cose, incluso le persone, con le quali la persona interagisce, non possono essere che i suoi costrutti, costruiti per di più senza la minima consapevolezza operativa, questo in particolar modo nella vita infantile, sono intuizioni che vengon descritte dopo che son emerse. Creano perturbazioni quando non si prestano a soddisfare le aspettative e gli scopi della persona.

L’adattamento consiste nel trovare modi di agire e pensare, cioè disporre di costrutti, concetti, rapporti concettuali, schemi di azione, che non urtano contro le costrizioni di una “realtà” non conoscibile che si manifesta esclusivamente tramite le perturbazioni che si esperisce. Così la “verità” dei filosofi va sostituita dalla viabilità nell’esperienza vissuta, dal senso comune condiviso, è su questo che si pensa e alla fine si vive.

Da questi presupposti l’apprendimento attraverso l’ipnosi costruttivista non può essere una trasmissione di strutture concettuali. L’ipnotista non può “istruire”, però può creare delle situazioni che offrono alla persona l’occasione di costruirsi concetti e modi di agire viabili, adattabili, il sapere è continua fonte d’adattamento possibile.

Una persona possiede delle strutture concettuali, queste strutture non possono provenire che dalle distinzioni fatte dalla persona stessa durante le sue esperienze, cioè dal suo mondo interiore e dal modo specifico con cui ha operato nel distinguere e nel collegare le distinzioni fatte, il mondo interiore è il luogo del dialogo interno, lo spazio in cui ci diciamo come siamo fatti, come è fatto il nostro vivere.

L’intelletto è lo uno strumento della funzione di adattamento ed i prodotti della mente, cioè la conoscenza, sono la costruzione adatta all’ambiente percepito dall’organismo e non come rappresentazioni di un mondo esterno.

La complessità del mondo costruttivista, ed ancor più del mondo dell’ipnosi costruttivista, è ben messa in luce dal lavoro di Piaget che presenta un modello di costruzione di più di un concetto: ‘oggetto’, ‘spazio’, ‘causalità’ e ‘tempo’ e poi suggerisce come i quattro elementi vengano integrati per formare lo sfondo dell’esperienza, cioè il mondo esterno. Dato che si tratta di un modello composito, Piaget deve per forza spiegare la costruzione delle parti l’una dopo l’altra, benché nel bambino la loro generazione sia simultanea, e tutto questo rende estremamente difficile per un adulto considerarne la simultaneità.

Son convinto che la nostra esperienza, il nostro vivere avvenga allo stesso modo, noi abbiamo bisogno di capire in sequenza ma viviamo in simultaneità e questo rende impossibile svelare il mistero del vivere coscienti, dal momento stesso che la coscienza è uno stato mentale ed è un processo simultaneo a cui diamo forma attraverso una descrizione sequenziale.

Il mio parere è che la via dell’ipnosi ed in particolare dell’ipnosi costruttivista, una volta intrapresa, risulta radicale perché comporta la necessita di ripensare non solo l’epistemologia come teoria filosofica ma anche tutta la pratica implicitamente basata su di essa, cioè quasi il pensare intero.

È difficile sottrarsi al modo di pensare di una tradizione conoscitiva millenaria instillata in tutti noi sin dalla nascita, ed a una storia della psicologia che pretende d’essere la psicologia stessa, non se ne esce più la storia si sostituisce all’esperienza e questo è il punto, la storia non può essere l’esperienza, la storia è storia.

Fa parte della tradizione l’abitudine di concludere che, qualora un concetto, un azione, una strategia ci porti al fine desiderato, questo successo debba rivelarci un aspetto di una realtà indipendente. Non è facile eliminare questa abitudine. Nella prospettiva dell’Ipnosi costruttivista, il nesso per cui un esperienza è vera nella misura in cui da dei risultati e non è un semplice modello esplicativo è necessariamente illusorio.

Visto da questa posizione ferma, qualsiasi successo dell’agire o del pensare non è altro che un riflesso del fatto che, dato il mondo esperienziale costruito, il particolare modo di agire o pensare risulta possibile. Ciò comporta che per l’ipnologo costruttivista non c’è mai una sola strada che superi un problema. Inoltre non è possibile sempre cercare un altro punto di vista dal quale far scomparire il problema.

Il mondo dell’Ipnosi costruttivista si affianca al costruttivismo stesso, e quando si parla di costruttivismo bisogna sempre applicare i risultati del costruttivismo al costruttivismo stesso, questo vuol dire soprattutto rendersi conto e rimanere consapevoli del fatto che si ha a che fare con costruzioni che possono dimostrarsi più o meno coerenti, sostenibili, viabili. Ma non possono mai costituire la descrizione o spiegazione di una realtà ontologica.

Il mondo è la conseguenza dell’esperienza, un esperienza di stati mentali da cui non si può prescindere per poter dire com’è il mondo, noi tutti viviamo in un perenne mondo fatto di esperienze, dunque stati mentali, il solo modo per correggere idee e convinzioni su tale mondo è lavorare attraverso l’esperienza dell’ipnosi stessa, l’ipnosi costruttivista in particolare.