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La natura dell’Ipnosi. Marco Chisotti.

Parlare di natura della nuova ipnosi, vuol dire parlare di una concezione naturalistica dello stato della trance, non esiste più l’ipnotista come persona autoritaria e carismatica che applica artificialmente procedure ritualistiche come tecniche e pratiche esoteriche, ma si tratta di un esperienza che si impegna soprattutto a riconoscere e rispettare le caratteristiche della persona, e la sua naturale esperienza di immaginario, pensiero, sogno. 

L’individuo che va in trance non assume un ruolo passivo e sottomesso, ma diviene protagonista del processo ipnotico di cui prende parte. La trance è sopratutto un’esperienza relazionale, che si sviluppa in modo naturale ed assolutamente fisiologico, un esperienza che ci accompagna quotidianamente nei nostri ritmi ultradiani, piuttosto che un momento unico e vissuto come straordinario.

La natura della trance ipnotica ci rende capaci di mobilitare ed utilizzare capacità e risorse che a prima vista sembravano inaccessibili, ma che opportunamente segnalate alla persona, divengono accessibili ed usufruibili.

Prima di tutto la persona che lavora con noi, che ci interessiamo di relazioni d’aiuto, deve convincersi delle sue risorse, deve arrivare a credere nelle qualità che emergono, mano a mano che l’operatore, o meglio il facilitatore della relazione in atto, da l’aiuto necessario a che vengano riconosciute qualità e risorse presenti nella propria esperienza di vita.

È durante la fase di ascolto, nel racconto della storia della persona che si incontrano le risorse utilizzate dalla persona sia attraverso il suo pensiero intuitivo, il pensiero inconscio, rapido ed immediato, detto anche pensiero 1, sia attraverso il suo pensiero cognitivo, il pensiero conscio di tipo razionale, lento, meditativo, riflessivo e consapevole, detto pensiero 2.

Molte esperienze sono affrontate a livello intuitivo e risolte li per li, senza l’uso della consapevolezza, ma la complessità della vita è tale che non tutto è risolvibile a livello inconscio, quando subentrano errori, o la situazione risulta intricata e nuova, e di difficile adattamento, l’approccio cambia, il nostro cervello, abituato in genere per economia a risolvere tutto a livello intuitivo, rallenta o si ferma del tutto, a quel punto comincia ad operare la nostra intelligenza cognitiva, ed il processo cambia apportando tutto un esame minuzioso della situazione presa in esame, che fino a quel momento non era sta ne analizzata, ne portata a livello di consapevolezza.

Quando il processo cognitivo di tipo 2 porta soluzioni l’esperienza analitica viene abbandonata e si ritorna naturalmente al processo intuitivo inconscio, rapido ed efficace, il pensiero di tipo 1, che non chiede consapevolezza, attenzione particolare, permettendo anche di fare più cose contemporaneamente.

Nel caso il processo cognitivo non generi soluzioni, ecco giungere l’utilità dello stato di trance, o dislocamento, e la sua natura intuitiva, la possibilitá per la persona di recuperare il processo intuitivo inconscio, che soggiorna nel pensiero indifferenziato, attraverso un trasferimento in un altro stato mentale, operazione che però non avviene in automatico, se non raramente, che favorisce una ricerca indifferenziata dell’intelligenza attraverso il mondo interiore, ricordi, esperienze passate, ed analizzando in dettaglio il mondo esterno. 

Il pensiero indifferenziato è quel pensiero che abbiamo fin da bambini che lavora con poche cose alla volta da ordinare, partendo da specifici momenti di pensiero cognitivo.

Attraverso la narrazione, la descrizione di un esperienza, l’elaborazione di vissuti, il trasferimento dei pensieri consci in sensazioni corporee inconscie, la persona, favorita dall’operatore Ipnotista, viene portata a dissociare il proprio mondo conscio dal suo mondo inconscio, attraverso un dialogo interno vero e proprio, in parte guidato dall’ipnosi, in aperte seguendo il modo naturale di processare il pensiero, si va ad esare il ruolo dell’inconscio, nelle figure dell’assistente che ci aiuta nelle nostre attività, dell’angelo custode che ci protegge, dello spirito guida che ci orienta nelle scelte.

Tutto questo lavoro porta a  costruire nuove implicazioni causali, a livello simbolico come a livello concreto, entrando ed uscendo dallo stato di trance, si favorisce il processo di trance, portandolo ad un vero e proprio trasferimento a livelli mentali differenti della nostra esperienza, con particolari focalizzazioni che ci spostano nel tempo e nello spazio, intensificando o desensibilizzando le sensazioni attribuite ai diversi momenti, in questo modo tutte le risorse risultano credibili alla persona, e dunque disponibili favorendo totalmente la creatività riorganizzativa della mappa del reale.

Portandoci in stato di trance o essendoci guidati, attiviamo quel potenziale mentale in cui solo alcune parti del nostro cervello sono occupate ad affrontare l’esperienza del mondo circostante, mentre di solito nello stato di veglia tutte le parti del cervello son impegnate in una dettagliata organizzazione del reale, in tal modo ci si concentra con semplicità solo su alcuni aspetti della vita interiore, producendo, attraverso la relazione ipnotica con il facilitatore, l’ipnotista, nuovi meccanismi causali tra i simboli percettivi presi in esame.

Il risultato è una semplificazione che porta ad un processo creativo nuovo, una vera e propria risignificazione simbolica, con nuovi legami causali ed una nuova organizzazione simbolista della nostra mappa del reale, una nuova storia che ci raccontiamo, e di cui siamo protagonisti, con nuovi presupposti, e l’origine di nuove cause, da cui si generano differenti effetti a cui far fronte.

La cosa interessante è che durante tale processo di apprendimento, il percorso di risignificazione simbolica dell’immaginario della persona, favorito, ed alle volte reso unicamente possibile dallo stato di trance ipnotica, non ci si ferma a riqualificare la nostra mappa cognitiva, il pensiero intuitivo inconscio 1, ed il pensiero cognitivo razionale 2, cambiandone semplicemente i processi causali e consequenziali, attraverso il lavoro sulle mappe significative simboliche.

Il processo di apprendimento va sostanzialmente a modificare il nostro cervello rimodellandolo, modificandone le connessioni, lavorando sul processo di trasformazione psicosomatica, fino ad arrivare a riconfigurare la nostra natura percettiva, i nostri sensi, in questo la nostra mente è un elaboratore di terz’ordine in grado di processare il processore stesso da cui prendono origine le nostre elaborazioni, andando a modificare la stessa identità.

La conoscenza, esperienza in parte conscia ed in parte inconscia ci obbliga, nella misura in cui agisce sull’intelligenza, ad organizzare la nostra esperienza, rendendoci viabili, adattabili, al mondo che cambia.

La nostra capacitá di trasferire il conscio nell’inconscio e viceversa, con l’esperienza della trance nei diversi stati mentali, soddisfa la nostra necessità di risolvere i problemi che ostacolano la nostra viabilitá, ma al contempo ci impone un unica esperienza identificativa di riferimento, l’identità, che ci impegna in un unico ruolo di riferimento, ma che ci rende protagonisti, attraverso un rigido insieme di presupposti, le convinzioni, dell’equilibrio dell’identità stessa.

Viviamo la nostra vita in un bisogno continuo di coerenza interna, accettando o meno che possano entrare in noi nuove idee e pensieri, mantenendo in tal modo un unica identitá di riferimento, e la manteniamo essendo gratificati o meno dalla vita, l’essere o non essere felici di ciò che viviamo, e del vivere stesso, determina le nostre scelte, le nostre decisioni, il nostro vivere.

L’ipnosi, detta altrimenti trance, o lavoro con gli stati mentali, per la sua intrinseca capacità di sviluppare creatività all’interno della nostra intelligenza, capacitá di cambiare noi stessi a favore del mondo, o cambiare il mondo a nostro favore, agendo sia a livello conscio che  inconscio, è sostanzialmente dispensatrice di benessere e dunque di felicità.