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Sconfiggere le paure con l’ipnosi

L’articolo del settimanale Viversani e belli di questa settimana per esteso, di più facile lettura: 

Psicologia

Sconfiggere le paure con l’ipnosi
Servizio di Antonella De Minico. Con la consulenza del dottor Marco Chisotti, psicologo, psicoterapeuta, ipnotista e counselor
Ce l’hanno detto e ridetto: abbiamo tutte le potenzialità per raggiungere ciò che desideriamo. Ma le parole di un amico, un familiare, o un conoscente possono essere di parte. E se dalla loro bocca fosse uscita la verità?, il dubbio, per un secondo, ci sfiora. “Ma no, non è così, è solo un incoraggiamento”, e ci convinciamo nuovamente che i nostri sogni rimarranno per sempre e solo tali. Le esperienze vissute fino a questo momento, alla prova dei fatti, ce lo hanno dimostrato più volte: a pochi passi dal traguardo tanto agognato, una forza sconosciuta ci impedisce di arrivare alla meta rinforzando, di conseguenza, i nostri pensieri negativi: “Lo sapevo, non ce la farò mai!”. Perché va a sempre a finire in questo modo? Pure questo ce l’hanno detto e ridetto: sono le nostre paure le responsabili di questi fallimenti. E ognuno di noi, prima o poi, deve farci i conti. Come è capitato ai giocatori del Crystal Palace, che per otto anni sono rimasti lontani dal più importante campionato inglese di calcio, la Premier League, nonostante avessero tutte le carte in regola per poterlo affrontare con successo. Come hanno fatto a rientrare in Premier League? Un mese di sedute di ipnosi mirate a sconfiggere le paure ed eccoli di nuovo in campo contro le squadre più forti della stagione. Quella del Crystal Palace è un’esperienza che può fare chiunque? Con questa tecnica si possono sconfiggere davvero tutte le paure? O ce n’è qualcuna con cui dovremo sempre convivere? Ne abbiamo parlato con Marco Chisotti, psicologo, psicoterapeuta, ipnotista e counselor.
Che cos’è la paura?
Alla sola idea che a giorni dovremo sostenere un esame o un’interrogazione di fronte a un professore pronto a giudicarci, le mani iniziano a sudare. L’eventualità di dover prendere un ascensore insieme al capo mentre lui continua a parlarci delle ultime questioni discusse in riunione, ignaro del nostro terrore di rimanere intrappolati in quell’aggeggio infernale, ci fa far scorta di scuse per evitare il verificarsi della situazione. Se poi pensiamo alla figuraccia che faremo quando dovremo parlare in pubblico davanti ai colleghi, speriamo che un malessere improvviso sopraggiunga a salvarci. “In tutti questi casi, nasce in noi un’emozione come la paura, che ci fa regredire e ci riporta al periodo dell’infanzia”, afferma Chisotti, “in una dimensione non razionale, dove si pensa di non poter avere più controllo su nulla. E ci comportiamo, di conseguenza, come bambini”. Entriamo, cioè, in uno stato mentale che ci permette di accedere alle memorie di quando eravamo piccoli e ancora privi di esperienze che ci permettessero di essere sicuri della nostra capacità di riuscire ad affrontare gli ostacoli. “La memoria, come è stato dimostrato, non è localizzata in un’area del cervello, ma è situata in uno stato mentale. Che è un (dis)equilibrio tra pensieri e sensazioni”. Quando si sostiene un esame universitario, per esempio, può succedere che l’ansia cresca e si abbiano dei vuoti. Perché si è perso il clima di tranquillità nel quale ci si è preparati per quell’esame e non ci si ricorda più niente, vanificando così tutti gli sforzi fatti fino a quel momento. “Sapere come accedere di nuovo allo stato mentale di serenità, in questo e in tutti i casi in cui si ha a che fare con una paura, permetterà di fare emergere una soluzione creativa per affrontare la difficoltà”. 
Perché l’ipnosi può aiutare
Se si convive con le proprie paure, senza mai affrontarle, difficilmente si raggiungeranno gli obiettivi sperati. “Avere chiaro il traguardo che si vuole raggiungere è una dimensione che appartiene al mondo degli adulti e quando si convive con il timore di riuscire in quello che si desidera si torna a una dimensione infantile, limitandosi”. Si perde, insomma, memoria di avere tutti gli strumenti e le risorse per riuscire nell’intento che ci si è prefissi. Alimentando ansie e frustrazioni. Noi tutti, però, abbiamo le potenzialità per superare le condizioni limitanti che ci imponiamo e raggiungere uno stato di benessere soddisfacente: basta essere consapevoli delle proprie risorse, valorizzarle e imparare a immaginare come arrivare al traguardo desiderato. Attraverso l’ipnosi si conquista uno stato mentale ottimale che ci permette di apprendere un modo, nuovo e creativo, per sconfiggere le paure. “L’ipnosi è uno stato naturale, che viviamo tutti, ogni giorno, un attimo prima di addormentarci o appena prima di svegliarci”, spiega Chisotti. Ed è il momento in cui, generalmente, si hanno le intuizioni più brillanti. “Passando da uno stato di coscienza a uno a cui si accede al proprio inconscio, si perdono le convinzioni limitanti e si iniziano a conoscere le proprie risorse”. Si impara, insomma, ad avere fiducia in se stessi e a superare i limiti imposti dalle proprie paure.
Tutte le paure si possono superare
Le paure come per esempio dell’ascensore, dell’aereo, di fallire in una competizione sportiva, di parlare in pubblico, o di vivere il momento del parto si superano facilmente e in tempi brevi, grazie all’ipnosi. Anche i timori che in molti sorgono quando devono sottoporsi a cure mediche, dentistiche in particolare, possono essere vinti nell’arco di poco tempo con questa tecnica. Più difficile, invece, sconfiggere la paura della morte con cui devono fare i conti le persone avanti negli anni o dell’amare veramente. Queste ultime, hanno un elemento comune: quando si ama pienamente è un po’ come morire, perché ci si abbandona completamente. In questi ultimi due casi, l’ipnosi è utile ma i tempi potrebbero essere più lunghi.
Cosa accade durante un incontro con un ipnotista
*Il primo step è il colloquio: il terapeuta, attraverso un dialogo mirato, conosce le paure della persona che ha di fronte e in che misura la limitano. Ma la conversazione ha anche lo scopo di instaurare un rapporto fiduciario tra i due, cosicché l’ipnosi possa essere indotta con meno resistenze possibili. 
*Il secondo passo è l’induzione dello stato di trance con cui si accede al proprio inconscio, la parte creativa di ognuno di noi. In questo passaggio si rivisitano momenti dell’infanzia e si scoprono quali sono le limitazioni che la persona si autoimpone. Nello stato di trance, anche grazie agli stimoli del terapeuta, la persona smette di ragionare nel modo usale e trova soluzioni creative per superare la difficoltà che incontra nella quotidianità.  
*Il terzo step è il risveglio, dove viene ripristinato lo stato di veglia. La persona ritorna alle sue capacità cognitive dopo avere appreso le esperienze costruttive della trance.
*Il quarto punto è l’assegnazione di compiti che la persona deve svolgere a casa, da sola. Generalmente, questi si traducono in momenti di autoipnosi, dove autonomamente si raggiunge lo stato di trance, attraverso meccanismi specifici che permettono di entrare in relazione con il proprio inconscio. L’autoipnosi, oltre migliorare la relazione con il mondo esterno, permette di entrare in una dimensione di amore incondizionato verso se stessi ed è in grado di riequilibrare l’organismo. 
* L’obiettivo di una terapia breve come l’ipnosi è quello di rendere il prima possibile la persona autonoma nel fronteggiare le proprie difficoltà. Ecco perché le sedute, distanziate nel tempo, non si protraggono mai oltre i sei, sette incontri. 
Quando l’ipnosi sostituisce l’anestesia
A volte, è proprio con l’impossibilità oggettiva che si devono fare i conti. Una signora di Padova, a causa dell’allergia ai farmaci anestetici che le avrebbero causato uno choc anafilattico o problemi fisici piuttosto seri, non poteva essere sottoposta alla rimozione di un melanoma, un tumore della pelle. L’intervento è stato possibile grazie all’ipnosi, che ha permesso di indurre la donna a uno stato di anestesia di suggestione anziché farmacologica, come si legge tra le pagine della rivista per gli addetti del settore, “Anaesthesia”. La signora, durante tutto il tempo dell’intervento ha avuto i parametri nella norma. Al termine dell’operazione si è alzata ed è uscita da sola dalla sala operatoria.