Quanto si deve conoscere per poter vivere?
Il mondo delle idee è strano ed imprevedibile, nelle cose materiali è diverso non esiste una pietra relativa ad una pietra, mentre esistono idee relative ad altre idee, relative ad altre idee, così le cose si complicano dentro e fuori di noi!
Con il termine rito (o rituale) si intende ogni atto, o insieme di atti, che viene eseguito secondo norme codificate.
I riti sono connessi con la religione, appartengono al mondo del sacro, il mito (si dice che il rito riassume e riattualizza il mito) in particolare è l’ambasciatore del sacro: ogni rito religioso è un esperienza sociale, serve a rendere tangibile e ripetibile l’esperienza religiosa, sottraendola alla dimensione privata, personale della mistica.
Tramite il rituale, soprattutto all’interno della celebrazione di una festa, le varie componenti religiose come i miti, le prescrizioni, le formule, divengono reali e normative per tutti i partecipanti con la forza delle parole, fare le cose con le parole, rende neo possibile che qualcosa avvenga attraverso la sua celebrazione.
L’uomo religioso affida al rito i momenti più critici della sua esistenza personale e della collettività di cui fa parte. La nascita, la morte, il raggiungimento della pubertà, la guerra, attraverso la celebrazione dei rituali assumono un immagine diversa, permettendo il mantenimento della propria identità e di quella della comunità di appartenenza. Il rito evoca, avvicina, allontana, crea, ha una sua forza intrinseca, come un identità sua propria.
Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà cosiddetta oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di evidenze empiriche e misurabili attraverso l’osservazione e l’esperimento; dall’altra, nella formulazione di ipotesi e teorie più generali, spesso sotto forma di leggi universali, da sottoporre al vaglio dell’esperimento per testarne l’efficacia.
Il rito porta con se un metodo nelle sue riutilizzazioni, il metodo porta con se i suoi riti, una parte del sacro “contamina” una parte della scienza ed una parte della scienza “contamina” una parte del sacro.
Nelle relazioni umane sussistono entrambi, noi ci interessiamo di rito e metodo, ed in un certo senso per noi i due termini son la stessa cosa, quando un rituale guarisce una persona, anche utilizzando le sue risorse placebo, allora costituisce un vero e proprio metodo di guarigione, i risultati che si ottengono dipendono da un sistema di credenze che sta a monte, da una parte ci stanno i convincenti mondi della scienza, dall’altra i suggestivi scenari della religione, per entrambe il senso magico del cambiamento, della diversità, del risultato.
Il rito è officiato da un sacerdote che lega le tue richieste con la sua conoscenza ed esperienza, il metodo è presenziato da uno scienziato che unisce le nostre richieste con la sua competenza ed esperienza.
Entrambi, scienziato e sacerdote, sono presenti nelle persone che si interessano di relazioni d’aiuto. Ma perché tutto questo, perché questa complessità di elementi? Noi Counsellor, Psicologi, Medici, Assistenti sociali, Guaritori, Coach, come competenti di relazioni d’aiuto, ci interessiamo delle relazioni tra noi e il mondo, al pari di Sacerdoti e Scienziati, ci interessiamo ad avvicinare il mondo delle emozioni, il mondo del sacro, al mondo della ragione, il mondo condiviso, lo facciamo nelle vesti diverse ma simili dello scienziato, del sacerdote, attraverso parole e gesti, con metodi e rituali, attraverso emozioni e ragione!
Noi tutti dobbiamo prestare attenzione a mondi così straordinariamente diversi, entrambi importanti, anzi fondamentali, capaci di cambiamento, da un lato attraverso i principi attivi della scienza e competenza che ci trasformano, dall’altro attraverso il placebo, le emozioni e le suggestioni che ci cambiano!
Ma non dobbiamo cadere nelle trappole per mosche, in entrambi i luoghi del sapere sacro e profano ci stanno le trappole e le insidie, talora nella ragione, tal re nelle emozioni, dobbiamo avere metodi della scienza competente, dobbiamo avere rituali di sacre credenze, non possiamo appartenere a nessuno dei due mondi pena la perdita del nostro potere, di unire pur differenziando, e di differenziare unendo. Dobbiamo saper essere e credere, aver fede e conoscenza, sperare o esser certi, dobbiamo convincere, persuadere e suggestionare, con la stessa fede, con la stessa conoscenza! Bel casino!
Eppure son 30 anni ormai che mi dibatto per trovare la Via, una unica strada, ma non ci son riuscito, mi devo dar pace, e rimanere ad osservare,ascoltare, è nell’ambiguo, nell’incerto che ci muoviamo, nel dubbio dobbiamo saper rimanere, perché chi si ferma alla prima certezza è destinato ad arenarsi, a non vivere.
Qui ci sta la nostra volontà nelle relazioni d’aiuto, nel pensiero debole, nelle acque del dubbio, nell’incerto, nella fede, nella speranza, come nelle credenze, nei valori, nelle certezze, nella volontà, una volontà che si nutre di storia e mito, di certezza e di sogno, di riti, magia, di conoscenza e sapienza.
Noi creiamo continui legami ed in questo siamo estremamente religiosi, ma diamo sicurezze e certezze comprovate da una scienza accesa, siamo scienziati ed alchimisti, tra cristallo e fumo, tra certo ed incerto, creiamo mondo perfetto e poi cerchiamo l’attrito, perché percepiamo la differenza e crediamo con fede nell’uguaglianza!
Vi dico questo perché credo che a noi serva la consapevolezza pur rimanendo consapevoli di dover vivere nell’oblio, dunque siate consapevoli di cosa è corretto fare e dire per dar forma al processo della vita e dimenticatevi di tutto di fronte al vostro paziente o cliente, per tornare ad incuriosirvi e stupirvi guidando le persone, con l’arte dell’ipnosi, (la via di mezzo della conoscenza e la terra di confine del sacro), attraverso la Via della vita.
— Post From My iPad Marco Chisotti
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Psicologo Psicoterapeuta Ipnosi terapeuta
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