Le spiegazioni per la mente …… come ossigeno al fuoco.
Tutta la conoscenza prescientifica, sia essa animale o umana, è dogmatica; e con la scoperta del metodo non dogmatico, cioè del metodo critico, comincia la scienza. Karl Popper.
Al momento, non esiste una concezione unitaria della vita mentale, del funzionamento della nostra mente, né un principio esplicativo unico. Newton ha indicato come un’unica forza, la forza gravità possa spiegare la caduta dei degli oggetti e il movimento dei pianeti. Darwin ha indicato che tutte le specie sulla terra sono legate all’evoluzione reciproca. Watson e Crick hanno indicato che il codice di tutti i viventi è il DNA. Ma evidentemente nel caso della mente esiste una complessità maggiore, non si può parlare della mente senza usare la mente, noi dunque siamo immanenti al sistema che ci descrive, per trascendere il sistema dobbiamo per forza entrare nella fede.
“Io dunque ho dovuto sopprimere il sapere per sostituirvi la fede.” Immanuel Kant.
Nella mia personale esperienza, ad esempio, quello che pensavo essere amore per una persona si è trasformato in fede, la fede non porta dubbi, li risolve, non affronta le difficoltà, spiana ogni asperità, la fede è alla fonte di ogni forma di innamoramento, passione, dedizione.
L’amore è un canale di conoscenza diverso da quello della ragione, per questo in esso non si deve dimostrare nulla, o spiegare le cose, l’amore è condivisione, partecipazione, empatia profonda, una risorsa fondamentale non solo per star con gli altri, ma anche per star con se stessi.
“La conoscenza libera il genere umano dalla superstizione.” James Dewey Watson
Vorrei tanto condividere l’idea di conoscenza di James Dewey Watson ma a me oggi appare ingenua, son più convinto che esistano tante forme di conoscenza, solo alcune son salutari ed in grado di allontanarci dalle superstizioni, altre ci stanno portando a nuove superstizioni. Intendo dire che siamo sempre più miopi per lo sviluppo massiccio della conoscenza specialistica perdiamo di vista la conoscenza dell’insieme, della vita. Ora capisco bene che sia utopico insegnar a vivere, ma credo sia importante indicare ciò che è vivibile da ciò che non lo è.
Credo, come avviene nelle indicazioni alimentari, si possa parlare di ciò che è tossico, a lungo andare almeno, per la mente, pur non sapendo come funziona in toto la mente stessa, son troppe le libere considerazioni che non possedendo uno sguardo d’insieme sulla vita non son in grado di indicarci la strada.
La capacità di saper vivere va a scuola dalla saggezza e quello che si ascolta sono le storie di chi ha vissuto in saggezza, si vive nelle storie e per le storie che ci raccontiamo, in cui crediamo, in cui riponiamo la nostra fede, si ama la storia in cui si desidera vivere, si sta bene in quella storia e non la si vorrebbe più lasciare, ma il contesto e la cornice in cui viviamo il nostro quadro cambia ed una nuova saggezza s’affaccia, sbirciamo, sondiamo fino a svelarci il senso di quel momento che per un po’ rimane straordinario, poi, inevitabilmente ci abbandona per incantar qualcun’altro, questo è il senso della spiegazione.
Chisotti Marco