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Lettera aperta Scuola di Ipnosi Costruttivista A.E…

“Negli scambi tra esseri umani abbiamo a che fare, di solito, con cose che non possono essere comunicate apertamente: le premesse del modo in cui intendiamo la vita, del modo in cui costruiamo le nostre visioni della vita, e così via. Questi sono argomenti su cui le persone trovano molto, molto difficile parlare con precisione; […] Mi sembra che l’umorismo sia importante proprio perché fornisce alle persone un indizio indiretto del tipo di visione della vita che essi hanno o potrebbero avere in comune” Bateson

Cari corsisti, l’anno che sta arrivando sarà particolarmente importante per la nostra Scuola di Ipnosi Costruttivista, dal momento che si è presentata l’occasione di organizzare un nuovo percorso formativo, all’insegna delle esperienze fatte e delle nuove prospettive future. La legge sulle libere professioni, appena varata dal governo, ci permette infatti di affrontare le nostre esperienze professionali con la serenità di chi vuole costruire e sviluppare un nuovo mestiere nel campo della relazione d’aiuto.
La nostra idea è quella di coniugare assieme l’Ipnosi ed il Counselling nel nuovo contesto dell’Ipnoanalisi, creando una professione ed una competenza che mettano insieme il mistero dell’Ipnosi e la professionalità del Counsellor, in una competenza analitica ed operativa che permetta di generare un nuovo paradigma operativo di riferimento.
In base alla conoscenza ed all’esperienza dell’ipnosi nelle relazioni d’aiuto, si può affermare che l’ipnosi funziona nell’aiutare a superare difficoltà nell’esperienza di vita personale, dal momento in cui è libera dal dominio dei limiti e delle possibilità della conoscenza stessa.
Il motivo per cui l’Ipnosi risulta essere interessante e ricercata sta proprio nella sua dimensione misteriosa: l’idea che qualcosa di conosciuto possa essere la soluzione ai nostri problemi non convince nessuno. La ragione ed il ragionamento conseguente sono il primo tentativo che ogni mente intelligente fa per risolvere un problema. L’intelligenza è in grado di gestire l’esperienza cognitiva alla ricerca di una soluzione, ma cerca la risposta nel contesto stesso in cui si è generato il problema, non riuscendo in tal modo ad ottenere alcuna risposta utile.
La soluzione ai problemi viene dall’intuizione e dalla creatività della nostra intelligenza. Tutto ciò che è conosciuto è confinato nella ragione, tutto ciò che non si conosce dà adito a speranza e ciò che non si conosce si apre alla fede: credere di poter risolvere, affrontare, superare le esperienze della vita, apre a quell’esperienza creativa che il mondo della mente è in grado di costruire per noi.
In questo mi sento di dire che Voi rappresentate i paladini di una nuova era. I vecchi paradigmi della psicologia, la diagnosi, la prognosi derivanti da un mondo a stampo medico, lasciano posto ad un pensiero diverso, basato sull’ascolto e la condivisione, orientato alla ricerca delle risorse della persona, in un modo epistemologicamente nuovo e diverso di affrontare la vita.
Quello che si può dire è che questa riorganizzazione del pensiero, non essendo figlia di esperienze passate ed affrontando il nuovo con la libertà e l’ingenuità di chi muove i primi passi, risulta essere un’esperienza totalmente libera da tutti quei presupposti che tendevano a mantenere uno status quo.
In tutti questi anni di esperienza formativa mi sento di dire d’esser stato profondamente cambiato da chi come Voi ha affrontato, o affronta per la prima volta, l’esperienza della relazione d’aiuto verso gli altri. La conoscenza dell’intelligenza, dell’inconscio, di quel mondo misterioso che andiamo ad affrontare ogni volta che ci rivolgiamo con l’ipnosi alla mente creativa delle persone, ci illumina la strada senza cadere nei preconcetti di una scienza e di una conoscenza già note.
La parte più interessante ed utile dell’esperienza che ho ricavato dal mio lavoro con Voi è stata quella di aprire la mia mente al senso comune condiviso, ai presupposti che guidano in modo naturale i comportamenti umani, a quell’attrito, a quel non senso, a quelle esperienze che ci fanno ridere o piangere e che ci fanno vivere le nostre esperienze senza limiti né vincoli precostituiti.
Ora, come molti di voi, sono anch’io alla ricerca di uno spazio entro il quale condividere un’idea nuova di relazione d’aiuto, un’idea di aiuto che si basi su conoscenze e competenze che partono dallo sviluppo della mente creativa delle persone, nel tentativo di aiutarle ad affrontare la loro vita in modo significativo, utilizzando le risorse di cui non erano consapevoli e procedendo con quella speranza e quella fiducia che lavorano sul profondo della nostra organizzazione mentale, ottenendo risposte divergenti ed innovative.
Per questo voglio assicurarvi che il lavoro che stiamo sviluppando sarà utile, produttivo e che ci permetterà di affrontare le nuove situazioni, partendo dalla nostra esperienza soggettiva ed aprendoci ad affrontare la vita con una mentalità aperta e libera.
Gregory Bateson, nella citazione che ho riportato all’inizio, sta indicandoci la strada per una soluzione attraverso la cornice dell’umorismo. Immaginate un confronto tra l’asserzione con cui Wittgenstein conclude il Tractatus logico-philosophicus «Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere» ed il pensiero in cornice umoristica di Gregory Bateson: ciò di cui non si può parlare, non si deve tacere, se ne deve parlare di più. L’umorismo e la satira permettono di parlare di ciò che non si parla con facilità, come sa fare il giullare di corte, dicendo il vero senza creare sospetto o paura. Si deve parlare di più della mente e dell’inconscio ma in modo differente, libero da pregiudizi, perché è forse l’unico modo in cui valga la pena parlarne.
Ciò di cui vale la pena parlare, nella prospettiva di Bateson, sono proprio le regole del senso comune, gli aspetti più ordinari e quotidiani della nostra esperienza di vita, che risiedono nel nostro linguaggio, nei nostri impliciti, che non vediamo perché li abbiamo sempre sotto gli occhi, come ci dice Wittgenstein, e dire «li abbiamo sempre sotto gli occhi» è da intendersi nel senso che ci condizionano, ci rendono schiavi, limitandoci sia nei modi di come affrontare, che nei metodi con cui cambiare la nostra vita.
“Insomma si tratta di ricollocare l’imperativo del ‘conoscere se stessi’, che ci sembra così caratteristico della nostra civiltà, nell’interrogazione più ampia che rappresenta il suo contesto più o meno esplicito: come ‘governarsi’ esercitando azioni di cui si è l’obiettivo, il campo di applicazione, lo strumento utilizzato e il soggetto agente?” Michel Foucault.

È questo l’augurio per il nuovo anno: una nuova consapevolezza personale produttiva e creativa.

Vi abbraccio tutti in questa nuova prospettiva, anche da parte di coloro che con me costituiscono la nostra Scuola di Ipnosi Costruttivista.

Costanza Battistini
Ennio Martignago
Antonello Musso
Nicola Crozzoletti
Nazario Adesso
Francesco Tarsia
Adriano Bilardi
Attilio Scarponi
Danilo Ciminiello
Massimiliano Di Liborio.