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PRINCIPI DI OCCASIONALITA’ PSICHICA

PRINCIPI DI OCCASIONALITA’ PSICHICA

di Marco Chisotti e Paola Sacchettino

La psicologia ontologica, rispetto al concetto di intenzionalità psichica, ci offre la possibilità di considerare l’intenzione dell’individuo nella sua essenza, al di là del concetto razionale attraverso il quale egli giustifica il suo agire.

E’ interessante notare come, dietro al concetto di intenzionalità, ci sia l’idea di una progettualità sviluppata dall’individuo nel corso della sua esistenza; torna però difficile spiegare questa progettualità in senso stretto, come percorso di vita.

Ci risulta più idonea l’idea di un’intenzionalità/opportunità psichica, dove l’individuo riesce, sì, a portare avanti una sua intenzione ma, al contempo, trovandosi a fare i conti con la casualità del quotidiano, si trova nella necessità di mediare le proprie intenzioni con le opportunità che non sempre collimano tra loro.

D’altro canto è difficile spiegare l’origine dell’intenzionalità in un individuo, se non partendo da un presupposto genetico/biologico o da un’idea trascendentale di carma o di predestinazione.

In questo caso ci troveremo a dover negare la possibilità di un libero arbitrio e, in un senso costruttivista, dell’essere artefici della propria vita.

Se, nella considerazione del modello costruttivista, l’uomo è artefice e responsabile della propria realtà, l’intenzionalità psichica non può che essere un processo adattivo, cioè a dire: “Descrivo un modo di agire solo dopo averlo esperito”.

La realtà viene ad essere oggettivata (fatta cosa), nel momento in cui l’individuo porta avanti le sue esperienze.

Ammesso che si possa ipotizzare l’idea di un’intenzionalità psichica nell’individuo, non si può prescindere dalla casualità in cui l’individuo stesso si trova a vivere le sue esperienze. Anche solo considerando l’intenzionalità psichica del mondo dell’altro, torna semplice ed ovvio fissare l’attenzione sul concetto di opportunità.

In sintesi noi consideriamo importante mantenere l’idea della presenza di intenzionalità nell’individuo; questa aumenta la responsabilità che ci giochiamo nelle esperienze di vita, ma introduce la presenza del caso e, dunque, l’occasionalità psichica come base principale all’adattamento.

Pertanto, richiamando il concetto di assimilazione e accomodamento di Piaget, possiamo considerare la possibilità di abbinare il concetto di intenzione con quello di occasione.

In questo caso per noi, l’intenzionalità è la forma (descrizione) e l’occasionalità è il processo (azione).

Allargando il discorso agli stati mentali, potremmo ipotizzare che l’individuo vive, nello stato di veglia, in comunione (comune – unione) con gli altri l’emergere delle opportunità che nascono dal caso, in un continuo principio di adattamento reciproco, mentre nello stato di trance vive e sviluppa la propria personale intenzionalità psichica.

La vita è vissuta attraverso le occasioni che quotidianamente s’intrecciano, in quel gusto per la vita che noi definiamo avventura. Ogni occasione porta con sé molteplici possibilità e altrettanti limiti, perché ogni opportunità ci obbliga a fare delle scelte e prendere delle decisioni in merito.

La decisione, a sua volta, è intenzione e, quindi, ogni evento casuale che affrontiamo ci apre ad opportunità di intenzionalità; in questo alternarsi di forma e processo vediamo corsi e ricorsi dell’intenzionalità/opportunità psichica.

Con l’ipnosi è possibile notare quanto l’individuo cerca strade che giustifichino l’esperienza che si trova a vivere.

L’esempio più forte in merito all’esperienza ipnotica è l’ipnosi regressiva. In tali circostanze la persona arriva a narrare la storia di un individuo, delle sue intenzionalità (volontà) e delle opportunità (caso), che gli si sono presentate e che ha colto o che ha voluto cogliere.

In ordine a quest’esperienza la persona, nel narrare la storia che emerge nel percorso di regressione, racconta molto più di sé di quel che può apparire.

Sono molte le situazioni in cui l’individuo stesso, dopo un’esperienza di regressione, coglie “strane coincidenze” con la propria vita attuale, tanto che potremmo definire il progredire della regressione il tentativo inconscio di dichiarare/dichiararsi la propria intenzionalità psichica.

In fondo non c’è nulla di meglio che fingere per poter essere dove la finzione, per la mente, sta nella narrazione e successiva identificazione. In quest’ottica la regressione temporale, attraverso l’esperienza ipnotica, non solo permette di sviluppare il proprio potenziale, di affrontare le opportunità che si vengono a disvelare nel corso della storia, ma sarebbe un vero e proprio meccanismo attraverso il quale l’individuo dichiara velatamente la propria intenzionalità psichica.

Dichiarando la propria storia, attraverso un personaggio di occasione, l’individuo si responsabilizza nei propri meccanismi di scelta e decisione; quindi crediamo che il narrarsi sia il meccanismo attraverso cui noi decidiamo e quindi agiamo le nostre esperienze, ma allo stesso tempo il meccanismo tramite il quale noi giustifichiamo le scelte stesse.

Da qui si evince la coincidenza tra intenzionalità e opportunità, nella stessa misura in cui la percezione nell’individuo coincide con il processo di proiezione – identificazione.

In questi termini è curioso notare come la necessità, spesso collegata al caso, coincida con la volontà; la volontà è libertà di scelta, ma la scelta implica una nuova assunzione di responsabilità.

Una delle più diffuse modalità di pensiero risiede nell’arte dell’interpretare: ogni occasione in cui ci troviamo ad interpretare, noi vestiamo l’opportunità (il caso) di intenzionalità (volontà).

Nella psicoanalisi, in particolare, tutto il lavoro terapeutico s’impernia sull’idea di causalità, che si avvicina molto a quella di intenzionalità.

Pur noi sposando il concetto costruttivista di responsabilità, e quindi di intenzionalità ad esso collegato, siamo convinti dell’idea che la vita è un’emergenza, cioè un emergere di circostanze occasionali che via, via si disvelano durante il nostro passaggio.

E’ qui che noi sottolineiamo la libertà che l’individuo si prende, anche sottoforma di rivincita, sull’intenzionalità.